Monthly Archives: luglio 2005
Guardami dentro gli occhi
Noi ci ritroveremo ancora insieme, davanti a una finestra, ma molte molte lune in là e poche stelle in meno. E forse sarai stanco per la corsa del topo, probabilmente vecchio per inventare un nuovo gioco e dimmi: “come ti inganni? E quando avrò i tuoi anni?” Lei ci avrà già lasciati in fondo a qualche data, probabilmente a maggio, ma lei per te sarà soltanto un’ombra, l’ombra di un altro viaggio. Perché i ricordi cambiano, come cambia la pelle, e tu ne avrai di nuovi e luminosi come le stelle e comunque vada…
R.V.
…per questa volta passi ma non farlo più.
Labnews2: ma che se ne fa delle mezz’ore di conversazione serale con me la portoghese che mi dice “scusami se adotto una prospettiva eccessivamente mediterraneocentrica”?
Donne
Labnews: mentre insegno (ci provo) quotidianamente l’italiano a donne cinesi, dozzine di donne della mia cittadina, operaie tessili, perdono il lavoro perché in quel settore quella con la Cina è una battaglia persa.
Promisquità
Lab-news: …azz!!! Aveva ragione la cinese: promiscuo con la C. Ma chi mi ha dato la patente? (…domani chiedo scusa)
Pecore
Fossi un pubblicitario. Quindi un creativo. Quindi un artista. Quindi un genio. Quindi un genio del male. Penserei una campagna per pubblicizzare un prodotto di largo consumo, non so…un videofonino. Uno di quegli oggetti che tutti corriamo a comprare, uno di quegli oggetti che ci mettono in fila, disciplinati, ognuno sicuro di non essere troppo diverso dall’altro. Oserei un gesto di grande provocazione, così ardito da sembrare impossibile. Rappresenterei gli acquirenti del mio prodotto tutti attorno al mio prodotto. Userei una sottilissima metafora: li rappresenterei come un gregge di pecore. Un grande gregge di pecore. Ah, se solo fossi un pubblicitario…
“…ma tiene addosso quel mantello che non si toglie e mai si toglierà…”
Lo sfigato brasiliano freddato a Londra. Succede, sentite scuse. Ma come non pensare a quel racconto di Buzzati (e alla canzone che ne ha tratto Vecchioni), in cui il reduce di un’indefinita guerra passa a salutare la famiglia senza sfilarsi mai l’inquietante mantello che copre le sue ferite mortali. Togliti il mantello. Cosa c’è sotto il mantello? Fuori c’è un compagno di viaggio, che lo aspetta senza scendere dal cavallo. Cosa c’è sotto il mantello? Cosa c’è sotto il cappotto?
Lingue straniere
Ci sono cassetti della memoria che contengono le cose più strane. Nomi sentiti al massimo un paio di volte, ricordati magari per il suono strano, inconsueto, cacofonico. Io e M. amiamo andare in bicicletta e guardare le biciclette alla TV, le rare volte in cui la TV dà loro spazio. Ma a cosa serve sapere i nomi delle squadre del ciclismo professionista, di ieri e di oggi? A niente, ovvio. Ma M. ed io venerdì abbiamo trascorso un piacevole mezzo pomeriggio a spremerci come limoni, nello sgomento di una Bibliotecamagia che da un certo punto ci ha guardati abbandonare la lingua di tutti i giorni, le parole, insomma… per comunicare (era tanto che io e M. non lo facevamo…) così.
Uno io uno lui.
Rabobank
Credìt Agricòle
TVM
Festina
Motorola
Acqua & Sapone
Vini Caldirola
Fassa Bortolo
Mapei
Quick Step Davitamon
Davitamon-Lotto
Mercatone Uno
Gan
Gewis
Amore & Vita
Lampre Caffitta
Saeco Cannondale
Domina Vacanze
Us Postal
Discovery Channel
Vitalicio Seguro
Isole Baleari
Banesto
Ibanesto.com
T-Mobile
Phonac
Gatorade Chateaux d’Ax
Carrera Tassoni
Ariostea
Liquigas Bianchi
Once
Kelme
Geroldsteiner
…eccetera, eccetera. Il gioco è continuato via sms, fino al naturale sfinimento.
“Ci sono un francese, un tedesco e un italiano…”
Un architetto vietnamita.
Una segretaria vietnamita.
Una ragazza russa con un bimbo nella pancia.
Una ragazza palestinese.
Una donna messicana.
Una giovane giapponese.
Una col sorriso stampato, un sorriso armeno.
Un’irlandese.
Una ragazza macedone.
Sono gli “alunni” delle mie prossime mattine.
All’interno di un corso di lingua e cultura. E molto altro.
Chissà, magari qualche parola schizzerà fuori dalla pozzanghera, vediamo.
14 Agosto 1998
Stavo inserendo nel computer di Bibliotecamagia i dati di una giovanissima lettrice, con l’aiuto della sua altrettanto giovane mamma. Nome, cognome, indirizzo, cose così. E, ad un certo punto, data di nascita:
“14 Agosto 1998.”
Mi sommerge un treno di ricordi: parole, gesti, odori. Tra le lamiere contorte e le mie carni lacerate riesco a dire:
“Mi ricordo perfettamente dov’ero e cos’ho fatto quel giorno, il 14 Agosto 1998.”
E lei, sognante, come dentro una nuvola:
“…anch’io.”
Alice
C’era una volta quella ragazzina toscana vissuta il soffio di dodici anni (1983 – 1996), diventata un piccolo caso letterario nel ’97 con la pubblicazione postuma delle sue poesie, dei suoi temi, dei suoi disegni. Era affetta da una malattia congenita che le impediva di camminare, non di pensare e comunicare cose preziose. Ieri ho riacquistato il suo libro (mannaggia quelli che non li restituiscono, i libri…) e tra le sue pagine ho trovato… Pozzanghera "È là nel mezzo di strada / sola soletta, / rassegnata e/ felice / immobile e calma…/ raccoglie gli ultimi raggi di sole / e con quelli gioca,/ si diverte a comporre / l’arcobaleno / e lo mostra / ai passanti distratti./ C’è la mia immagine / in quella pozzanghera / l’ha fatta per me / e mi sorride, / poi / una goccia di pioggia scivola / dall’alto e / il mio volto / si rompe / in centomila tremuli d’acqua."
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Sono on-line anche le OLIMPIADI di Scuolamagia, grazie al mio solerte WEBMASTER, che ringrazio. Basta un CLIC tra i LINK. Ma come parlo?
E’ successa una cosa grave!!!
Una giornalista del TG3 (mica di Studio Aperto) ferma un passante, gli chiede se ha avuto paura a prendere la metropolitana (quella di Milano). Lui dice che, per non averne, non c’ha pensato. Lei, forse delusa, gli rivolge un’altra domanda, relativa ai fatti londinesi: “…è una cosa grave, no?”.
Gli ha chiesto se è una cosa grave. Gli ha chiesto se è una cosa grave. Gli ha chiesto se è una cosa grave. Gli ha chiesto se è una cosa grave.
Terrore
“L’uomo è fonte eterna di terrore per l’uomo: moltiplica gli uomini, moltiplicherai i terrori.” G. Ceronetti
Continuate in ciò che è giusto
I giornali di questi giorni si ricordano di Alexander Langer. Per qualche tempo ho cercato i suoi scritti (piuttosto introvabili) come un fan sfegatato rincorre il vecchio disco della sua rock star preferita. Nulla mancava al suo profilo di intellettuale e politico di quello in cui credo, di ciò che mi affascina. Insegnante, traduttore (in tedesco) di Don Milani, cosmopolita, costruttore di ponti tra i popoli, difensore di minoranze, socialista, ecologista, pacifista, europeista, internazionalista. Sono pure così cinico da chiedermi se mi avrebbe colpito così tanto la sua figura se non avesse scelto di impiccarsi ad un albicocco, dieci anni fa. Scusandosi e lanciando a tutti l’invito che è il titolo di questo post. Chissà qual era la strada che ha visto davanti a sé, sbarrata.
Nei commenti, le parole di chi lo ha conosciuto bene.
Sette vite, anzi 8…
Impressioni dal Live 8. Ho pensato:
che Paul McCartney sta al Pop come Omero alla Letteratura (sai che pensata…);
che Madonna è geniale solo per il fatto di essersi chiamata così. Poi anche per altre cose;
che Sting è enormemente bravo, il suo chitarrista (Dominic Miller) è un mostro di bravura e…lo sa.
che i Pink Floyd non suonano insieme da 20 anni ma poi è come metter su il CD;
che se penso a cosa mostra la TV d’estate (e d’inverno), non criticherei lo spettacolo di ieri neanche se oggi incontrassi Bob Geldof che ordina uno yacht nuovo e sentissi Bono che parla dell’Africa come un leghista…