Soletta

Concitazione

Concita De Gregorio ha raccontato al suo bimbo (o sarà una bimba?) una favola di Rodari e ne parla con il consueto stile, dolce e materno.

 

«La promenade d’un distrait è la storia del bambino Giovanni, così distratto, ma così distratto, che quando esce di casa a fare due passi perde una mano, poi un braccio, poi le orecchie e persino un occhio ma non se ne accorge ed è sempre felice: guarda le nuvole, si incanta alle vetrine, insegue gli uccelli. I passanti raccolgono i pezzi, li portano alla madre e le dicono comprensivi “si sa, signora, che i ragazzini son tutti così”. La mamma sospira, mette i pezzi in un cesto, e quando torna Giovanni li risistema al loro posto: l’occhio il braccio e tutto il resto. Lo abbraccia, lui le chiede “sei arrabbiata mamma?”, lei risponde no, l’abbraccia ancora, lo bacia. Fine.

Ecco, il tema un po’ all’ingrosso è questo. Tranquillizza anche i genitori, perché ricorda (insegna?) che spazientirsi non serve, preoccuparsi prima è inutile e arrabbiarsi dopo è dannoso: l’unica prevenzione e l’unica cura, sempre, è un abbraccio. Sono quelle cose che nell’iradiddio della vita quotidiana uno a volte dimentica. Si diventa più severi, quando non si ha tempo: quando non c’è il tempo di accogliere gli errori, di essere indulgenti, di insegnare non con le parole ma con i gesti.»

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Soletta

Trenitalia

Ricevo dalla Stazione di Topolò e volentieri pubblico.

 

Per fortuna frequento poco le stazioni

il sollievo passeggero dei ritardi l’attimo

lunghissimo in cui il treno si allontana

perché dal marciapiede la partenza

ha il sapore di lasciarsi

e negli annunci non c’è mai una parola

per chi resta

 

Francesco Tomada, L’infanzia vista da qui

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