Res cogitans, Soletta

Bianco su nero (Il fuoriclasse 2)

Si è disputato a Dakar, di fronte a un pubblico entusiasta, il Campionato mondiale dei luoghi comuni  e del pregiudizio razziale. Il campione in carica, John Bianco, ha attaccato per primo sostenendo che i neri hanno la sveglia al collo, cucinano gli esploratori nel pentolone, ballano e cantano tutto il giorno, parlano male l’inglese, lavorano poco e ce l’hanno molto grosso.

Lo sfidante, un nero rimasto anonimo perché aveva perso i documenti, ha replicato che i bianchi sono schiavisti, trafficanti di armi, imperialisti, colonialisti, invadenti, guidano come cani (sono state proiettate alcune diapositive della Parigi-Dakar), vestono in modo ridicolo (sono state proiettate alcune diapositive di turisti tedeschi in Kenia), mangiano porcherie (sono stati proiettati alcuni menù di McDonald’s), ce l’hanno piccolo (è stata proiettata una diapositiva di Calderoli) e parlano male l’inglese (è stata proiettata una diapositiva di George Bush). Per giunta, secondo antiche testimonianze orali, hanno la carne molto coriacea anche se cotti molto a lungo, e bisogna buttare il brodo perché puzza di acqua di Colonia di pessima qualità.

Il campione Bianco ha cercato di parare la gragnuola di colpi, e di contrattaccare cantando “I Watussi”. Ma è stramazzato al tappeto quando il suo avversario gli ha cantato “I Belgi”, canzone comica del repertorio popolare congolese. Nel tripudio della folla, il nero è stato incoronato nuovo campione. Per festeggiare si è messo a ballare. Ma ballava malissimo.

 

 

 

Michele Serra, IL VENERDÌ NERO di Amref.

Standard