Monthly Archives: aprile 2006
Poi d’improvviso tutti gli anni per terra come i capelli dal barbiere
Mi rivedo oltre quel vetro, ragazzino che guarda un prato. I coetanei con il pallone, nonostante una pioggia sottile. Figli di madri meno apprensive, più veloci nel ricominciare con i piatti di insalata e nel riempire fino all’orlo le scodelle di latte fresco. Ricordo la TV con quelle lontane immagini: povera gente con le mani tra i capelli, voli di elicottero, una carta geografica che non capivo. Volevo esserci anch’io su quel prato vietato, ma avevo paura. Oggi che rivedo, che ricordo, che capisco, che giudico, …mi coglie un brivido. Per l’immane catastrofe ambientale e umana? No, perché quegl’occhi impauriti sono lontani vent’anni. Vent’anni…
Pizzini
Qualche ironia sui pizzini l’abbiamo fatta tutti, ormai. A ognuno i suoi. Ricordati di comprare il latte, non dimenticarti di passare in lavanderia, ti bacio tanto a stasera. Mi mancava l’esempio concreto, da tenere in mano. L’ho trovato dentro un piccolo libro di poesie, una foglia in copertina, prestato a suo tempo. Chi me l’ha restituito ha smarrito all’interno un piccolo foglietto bianco e una riga scritta a matita. Tre parole, una virgola, altre tre parole. Un pizzino borgesiano: quella piccola frase ero stato proprio io a pronunciarla…
Venticinque
Ho disegnato tanto, negli ultimi 3-4 giorni. Un pavone vanitoso che fa a gara con un cielo per vedere chi ha più colori. Un cielo che è nuvole al 90%, ma è anche miracolosamente sole e contemporaneamente notte. Insomma, poche letture e tanti pennarelli. Pennarelli dappertutto, il mio disordine preferito. Per contribuire a questo giorno sempre più indispensabile di memoria collettiva, ho ripreso in mano il Pertini di Andrea Pazienza. Le tragicomiche avventure nella Resistenza di quel pupazzetto con la pipa, i tralicci da far saltare, i tedeschi che stanno sempre per arrivare, le rampogne ai partigiani giovani e pasticcioni, Paz in testa (“Oi Paz, cos’è quella?” “U..Una dinamo.” “Eh? E la dinamite dov’è?” “Pert, mi sono confuso… qui, sulla lista, c’è scritto dinam. puntato” “Paz, se hai un dio, e ce lo tenevi nascosto, pregalo adesso!” “Giesù pietà!”). Le ultime pagine, dove c’è meno azione e più satira, sono attraversate da una malinconia preoccupata. Pertini è vecchio e ricopre ormai la più alta carica istituzionale. Non ha perso la limpidezza morale e diffida di loschi individui dalla tresca facile, che ingobbiti comunicano bisbigliando. Lui, che le cose è solito urlarle, non li sopporta. Uno di questi, e son passati trent’anni, potrebbe fra pochi giorni sedersi sulla poltrona di Presidente del Senato. Cosa direbbe Pert, cosa disegnerebbe Paz?
Il rimpasto
Nel mio governo virtuale (d’altra parte, oggi in Italia non c’è manco quello…) di qualche giorno fa Massimo D’Alema occupava la poltrona di ministro degli Interni. Constatata la sua sensibilità nel farsi da parte e che forse quella poltrona gliela danno per davvero, lo sostituisco con la senatrice dei Verdi Tana De Zulueta. Un’altra donna nel mio esecutivo, sì, ché Zapatero in confronto è maschilista. Quasi casualmente (ahimè) in questi giorni mi sono imbattuto, leggendo qua e là, nelle mille civilissime e interessantissime sue battaglie. È senatrice per un soffio, che non lo fosse sarebbe stata una tragedia. A volte mi chiedo come possano stare dentro alla stessa parola – politico/a – persone come lei e come Mastella, ma succede. Carino anche il suo motto: TANA LIBERA TUTTI.
Hollywood Hollywood
Darei un soldino per un tuo pensiero se pesasse una piuma. (R.V.)
Marziani
C’è Ronaldinho che è un marziano non perché gioca meglio, ma perché è l’unico che Gioca davvero e, proprio per questo, sorride sempre. C’è una bestiola che si trova addosso 100.000 occhi tutti in una volta e chissà cosa pensa. Cosa ci faccio qui? (Poi, si scoprirà che anche lei, come Ronaldinho, è in realtà stipendiata dalla Nike, che sta per lanciare i nuovi palloni in pelle di scoiattolo.)
Rai 3
Ore 12.00. Il presentatore aggiorna sull’odierno televoto. I miei occhi si inchiodano al video. Bentornato maggioritario! Sulla colonna di sinistra: l’amore. A destra (non avevo dubbi…): l’odio. Stiamo vincendo, ma non di molto. Siamo in testa! L’amore è in testa. Chiama una da casa, testimonia che lei nella vita non ha fatto che soffrire e quindi il suo cuore è traboccante di odio. Ma come, a urne ancora aperte!!! Non vale. E tu, presentatore, intervieni. Niente. Questa sposterà voti, cazzo. Magari finisce pari: la paralisi. 50 e 50. Noooo, magari fanno un governissimo di amoreodio, un annacquatissimo volemosebene… Odi et amo…quare id faciam fortasse requiris nescio, sed fieri sentio et excrucior. No, italiani, vi prego. Prendete il telefono e fate il vostro dovere di teleelettori. Dai, il programma dell’amore aveva molte più pagine. Abbiamo pure l’appoggio di Ruini. Certo, ci sono tanti tipi di amore, quelli diversi, quelli strani e la coalizione potrebbe risultare un po’ troppo fragile, esposta ai ribaltoni, ma nulla in confronto al paese consegnato nelle mani dell’odio.
P.S. La stessa rete pubblica, che evidentemente trasmette in stato confusionale, stasera alle 23.40 proporrà (senza pubblicizzarlo troppo, ché non si sa mai…) un film che si annuncia meraviglioso.
2 FELICITÀ
Il film che ho visto ieri sera non farà la storia del cinema e probabilmente sbaraccherà in fretta pure dalla mia memoria. Qualche battuta felice e due bravi attori che sanno interagire secondo dinamiche molto più complesse di quelle che si instaurano davanti alla macchinetta del caffè più cinica della tv italiana. Forse mi ricorderò soltanto di una curiosa, duplice e tanto banale da risultare poetica definizione di felicità: l’iniziale “FELICITÀ MEZZA FELICE E MEZZA TRISTE” e la finale e catartica “FELICITÀ TUTTA FELICE”.
CREDO
«Credo nel valore della letteratura, credo nel volere della letteratura e anche nel volare. Vola vuole e vale, la letteratura. Fa volere, volare e dà valore, valori, perché è movimento, viaggio, cambiamento. Di sguardo e di posizione. Di natura. Credo sia potenza, non potere: energia. E credo che possa cambiare il mondo, il piccolo mondo interiore di chi la pratica, di chi legge e di chi scrive. La somma dei tanti mondi interiori fa il mondo esteriore, più o meno.»
Gian Luca Favetto, Italia, provincia del Giro
Prof., ha messo i cerchi in Lega?
Che i maschietti della 3ª C vivessero derive destrorse l’avevo capito. Dopo la due giorni elettorale e vacanziera siamo di nuovo alla propaganda più sfrenata. Questo poi, se non è un attentato è un sabotaggio bello e buono…
A modo mio
Vicepresidente del Consiglio:
FASSINO Piero (DS)
Affari Esteri:
BONINO Emma (RnP)
Interno:
D’ALEMA Massimo (DS)
…in questo ministero uno di sinistra proprio non si può…
Grazia (bentornata!) e Giustizia:
PISAPIA Giuliano (PrC)
Economia, Finanze e Attività produttive:
LETTA Enrico (Margh.) & BERSANI Pierluigi (DS)
Lavoro e politiche sociali:
TURCO Livia (DS)
Pubblica (bentornata!) Istruzione, Università e Ricerca:
HACK Margherita (PdCI)
Politiche agricole:
REALACCI Ermete (Margh.)
Ambiente e tutela del territorio:
FRANCESCATO Grazia
Salute:
FINOCCHIARO Anna (DS)
Pari opportunità:
SCALFAROTTO Ivan (indipendente)
Beni culturali:
MELANDRI Giovanna (DS)
Politiche migratorie (…questo lo invento):
AMINATA Fofana (Verdi)
Gli altri ministeri li accorpo o li elimino.
Presidente della Camera:
BERTINOTTI Fausto (PrC)
Presidente del Senato:
Una personalità del centrodestra, però laica.
Ali
Servirà che tu metta le ali
se vuoi veramente andartene via
disse mia nonna quando avevo sei anni.
Così, entrai in un grande negozio,
una vecchina dallo scaffale più alto prese a fatica
un grande scatolone e mi disse
prego, serviti pure.
Io, intimidito, cominciai a cercare
c’erano ali per ogni utilizzo
ali bianche in tinta coi denti
ali scure per avari di cuore
ali di pizzo ali alla moda
ali per abiti bianchi da sposa
ali meccaniche per gli ingegneri
e ali da piedi per i corridori
ali a vela ali a motore
ali finte da sognatore
ali grandi per andare all’inferno
e minuscole per cadere in eterno ali
corte ali rosse ali rotte ali morte
ali scontate pescate a sorte
ali di carta ali di legno
assicurate contro l’incendio
ali vive che mai stanno ferme
ali di plastica contro le tarme
ali usa e getta per gli spendaccioni
ali di piombo per i coglioni
ali da drago ali da fata
ali a noleggio per una giornata
ali nuove a km zero
ali comprate mai usate davvero.
E poi ali immense per gli innamorati
ali proibite per fare all’amore
ali di gomma ché non si sa mai
ali per te se mi perdonerai.
Ali regalo di San Valentino
ali da mamma con il passeggino.
Ma ali di male a chi sta soffrendo
ali dolore a chi non vuol più volare
ali di neve per suicidi d’estate
ali di foglie per quelli d’autunno
ali col buco per chi vuol morire
nelle altre stagioni dell’anno.
Ali di rabbia a chi deve incazzarsi
ché gli hanno ammazzato fratelli ed amiche
ali vendetta d’acciaio e benzina
per abbattere torri nemiche
ali da guerra a vendicare vendetta
ali atomiche che uccidono in fretta
ali di fame ché i bimbi non muoiono
ali di mine che le gambe non servono
ali da ricchi che vai dove vuoi
ali giustizia non si trovano mai.
E allora ali divine, di vini e di birre
ali diverse, di versi e parole
ali di ali per chi fa poesia
ali di vita e ali di morte
ali per tutti noi anime rotte.
Scelsi.
Hai preso le ali più rare
mi disse la furba vecchina
una apparteneva a un demone astemio
l’altra ad un angelo sempre ubriaco.
Sono antiche, molto preziose,
ti costeranno un occhio della testa,
sei sicuro di potermi pagare?
Ma io non dissi nulla, presi le ali,
lasciai un occhio sul banco del negozio.
Gli ammutinati
(collettivo di poeti triestini)
Tirarli fuori
Essendo stato un ragazzino che usciva all’una di pomeriggio con il pallone sotto il braccio e che tornava a casa all’ora di cena con il pallone sotto il braccio e i pantaloncini sporchi d’erba, essendo stato un ragazzino che quando giocava con il suo pallone mentalmente recitava epiche telecronache in cui prendeva le sembianze dei più grandi calciatori degli anni ottanta, io Jorge Valdano me lo ricordo. Con la maglia dell’Argentina e pure nel Real Madrid. Oggi leggo un suo ricordo di un allenatore, Cesar Menotti, che mi pare chiuda a dovere questa settimana segnata dal lessico berlusconiano.
«Ho avuto solo allenatori che mi dicevano di tirar fuori i coglioni. Menotti è stato il primo che mi ha detto: domani giochi, tira fuori tutti i tuoi sogni…»
Vola via
«Ma l’inferno, mica ci sta!» commentò, alla fine del racconto, risolutamente, Useppe. Mica ci sta, nel suo linguaggio misto di romano, vale non esiste.
«E perché non esisterebbe?»
«Pecché…» fece Useppe senza sapere cosa rispondere. Da parte di Bella gli venne un piccolo abbaio incoraggiante. E finalmente la sua risposta fu:
«Perché la gente vola via…»
Simile spiegazione, invero, gli venne alquanto dubitativa, e appena bisbigliata. Ma il perché, in compenso, stavolta gli uscì benissimo: con una erre magistrale. «E pure li cavalli», si affrettò ad aggiungere, «se ne volano… e li cani… e le gatte… e le cicale… insomma, la gente!»
Elsa Morante, La Storia
…a Michele Serra domenica era venuto in mente di rileggere un libro che ho tanto, tanto amato.
La ragazza dell’ultimo libro
«Confusione. Appena fuori dall’infanzia, i ricordi s’infittiscono senza un filo. Adolescenti si è tutto o niente, distratte, ansiose. Leggo in altre biografie le avvisaglie di un destino: a me non è andata così. E confusi sono i sentimenti.»
«Non ricordo di aver invidiato la pipì in piedi, e perché poi? Io mi accucciavo incontrando con gli occhi un granchietto o un’erba, e subito su odorosa di mare o di giardino. Certo scalare papà e torreggiare sulle sue spalle era una gran sensazione. Insomma che i sessi fossero due era ovvio come l’avere due gambe e mancare di coda. Ma essere donna è invece tutto un lavoro, una prescrizione e un dubbio.»
Non si può dire che l’abbia letta d’un fiato, l’autobiografia di Rossana Rossanda. Più di un capitolo ha richiesto una concentrazione laboriosa, e qualche sforzo di memoria in direzione di antichi esami di storia all’università. Ma che scrittura!!! Limpida lucida tagliente essenziale!
Prossime letture: la graphic novel Goražde di Joe Sacco e Italia, provincia del Giro di Gian Luca Favetto.
Vota Gianluca, vota Gianluca…
«Dopo mesi e mesi di durissima campagna elettorale finalmente siamo arrivati nella settimana che precede le elezioni. I sondaggi mi danno al 60% e mi dichiarano già vincitore, ma io non mi fido della sinistra e tantomeno del suo leader, Disint. Il mio partito, Forza Italia, secondo me ha letteralmente stracciato la concorrenza. La mia campagna elettorale è stata sicuramente più brillante di quella del Professor Disint. Disint nelle sue apparizioni in TV ha fatto delle figuracce incredibili e addirittura, a metà trasmissione, ha guardato l’orologio quando aveva tutte le telecamere addosso e ha dato una dimostrazione di insicurezza incredibile. Quando giro per le città vedo i suoi manifesti elettorali tutti strappati, questo significa che i giovani lo odiano. Il Professor Disint dice delle falsità quando afferma che in questi ultimi 5 anni noi della destra abbiamo aumentato i prezzi e che abbiamo perso il passo delle grandi d’Europa. Disint, inoltre, mi ha mancato di rispetto quando ha affermato che io sono un venditore di tappeti e da quel giorno il nostro rapporto è in totale declino. All’interno della coalizione di Disint vado molto d’accordo con Fassino, perché è una brava persona ed è molto rispettoso nei miei confronti. […] »
Gianluca, 3ª C