Stream of consciousness

Poi d’improvviso tutti gli anni per terra come i capelli dal barbiere

Mi rivedo oltre quel vetro, ragazzino che guarda un prato. I coetanei con il pallone, nonostante una pioggia sottile. Figli di madri meno apprensive, più veloci nel ricominciare con i piatti di insalata e nel riempire fino all’orlo le scodelle di latte fresco. Ricordo la TV con quelle lontane immagini: povera gente con le mani tra i capelli, voli di elicottero, una carta geografica che non capivo. Volevo esserci anch’io su quel prato vietato, ma avevo paura. Oggi che rivedo, che ricordo, che capisco, che giudico, …mi coglie un brivido. Per l’immane catastrofe ambientale e umana? No, perché quegl’occhi impauriti sono lontani vent’anni. Vent’anni…

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Stream of consciousness

Pizzini

Qualche ironia sui pizzini l’abbiamo fatta tutti, ormai. A ognuno i suoi. Ricordati di comprare il latte, non dimenticarti di passare in lavanderia, ti bacio tanto a stasera. Mi mancava l’esempio concreto, da tenere in mano. L’ho trovato dentro un piccolo libro di poesie, una foglia in copertina, prestato a suo tempo. Chi me l’ha restituito ha smarrito all’interno un piccolo foglietto bianco e una riga scritta a matita. Tre parole, una virgola, altre tre parole. Un pizzino borgesiano: quella piccola frase ero stato proprio io a pronunciarla…   

 

 

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Soletta, Stream of consciousness

Venticinque

Ho disegnato tanto, negli ultimi 3-4 giorni. Un pavone vanitoso che fa a gara con un cielo per vedere chi ha più colori. Un cielo che è nuvole al 90%, ma è anche miracolosamente sole e contemporaneamente notte. Insomma, poche letture e tanti pennarelli. Pennarelli dappertutto, il mio disordine preferito. Per contribuire a questo giorno sempre più indispensabile di memoria collettiva, ho ripreso in mano il Pertini di Andrea Pazienza. Le tragicomiche avventure nella Resistenza di quel pupazzetto con la pipa, i tralicci da far saltare, i tedeschi che stanno sempre per arrivare, le rampogne ai partigiani giovani e pasticcioni, Paz in testa (“Oi Paz, cos’è quella?” “U..Una dinamo.” “Eh? E la dinamite dov’è?” “Pert, mi sono confuso… qui, sulla lista, c’è scritto dinam. puntato” “Paz, se hai un dio, e ce lo tenevi nascosto, pregalo adesso!” “Giesù pietà!”). Le ultime pagine, dove c’è meno azione e più satira, sono attraversate da una malinconia preoccupata. Pertini è vecchio e ricopre ormai la più alta carica istituzionale. Non ha perso la limpidezza morale e diffida di loschi individui dalla tresca facile, che ingobbiti comunicano bisbigliando. Lui, che le cose è solito urlarle, non li sopporta. Uno di questi, e son passati trent’anni, potrebbe fra pochi giorni sedersi sulla poltrona di Presidente del Senato. Cosa direbbe Pert, cosa disegnerebbe Paz?     

 

 

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Soletta, Tutte queste cose passare

Il rimpasto

Nel mio governo virtuale (d’altra parte, oggi in Italia non c’è manco quello…) di qualche giorno fa Massimo D’Alema occupava la poltrona di ministro degli Interni. Constatata la sua sensibilità nel farsi da parte e che forse quella poltrona gliela danno per davvero, lo sostituisco con la senatrice dei Verdi Tana De Zulueta. Un’altra donna nel mio esecutivo, sì, ché Zapatero in confronto è maschilista. Quasi casualmente (ahimè) in questi giorni mi sono imbattuto, leggendo qua e là, nelle mille civilissime e interessantissime sue battaglie. È senatrice per un soffio, che non lo fosse sarebbe stata una tragedia. A volte mi chiedo come possano stare dentro alla stessa parola – politico/a – persone come lei e come Mastella, ma succede. Carino anche il suo motto: TANA LIBERA TUTTI.

 

 

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Senza categoria

Marziani

Scoiattolo

C’è Ronaldinho che è un marziano non perché gioca meglio, ma perché è l’unico che Gioca davvero e, proprio per questo, sorride sempre. C’è una bestiola che si trova addosso 100.000 occhi tutti in una volta e chissà cosa pensa. Cosa ci faccio qui? (Poi, si scoprirà che anche lei, come Ronaldinho, è in realtà stipendiata dalla Nike, che sta per lanciare i nuovi palloni in pelle di scoiattolo.)

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Rai 3

Ore 12.00. Il presentatore aggiorna sull’odierno televoto. I miei occhi si inchiodano al video. Bentornato maggioritario! Sulla colonna di sinistra: l’amore. A destra (non avevo dubbi…): l’odio. Stiamo vincendo, ma non di molto. Siamo in testa! L’amore è in testa. Chiama una da casa, testimonia che lei nella vita non ha fatto che soffrire e quindi il suo cuore è traboccante di odio. Ma come, a urne ancora aperte!!! Non vale. E tu, presentatore, intervieni. Niente. Questa sposterà voti, cazzo. Magari finisce pari: la paralisi. 50 e 50. Noooo, magari fanno un governissimo di amoreodio, un annacquatissimo volemosebene… Odi et amo…quare id faciam fortasse requiris nescio, sed fieri sentio et excrucior. No, italiani, vi prego. Prendete il telefono e fate il vostro dovere di teleelettori. Dai, il programma dell’amore aveva molte più pagine. Abbiamo pure l’appoggio di Ruini. Certo, ci sono tanti tipi di amore, quelli diversi, quelli strani e la coalizione potrebbe risultare un po’ troppo fragile, esposta ai ribaltoni, ma nulla in confronto al paese consegnato nelle mani dell’odio.

 

P.S. La stessa rete pubblica, che evidentemente trasmette in stato confusionale, stasera alle 23.40 proporrà (senza pubblicizzarlo troppo, ché non si sa mai…) un film che si annuncia meraviglioso.

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2 FELICITÀ

Il film che ho visto ieri sera non farà la storia del cinema e probabilmente sbaraccherà in fretta pure dalla mia memoria. Qualche battuta felice e due bravi attori che sanno interagire secondo dinamiche molto più complesse di quelle che si instaurano davanti alla macchinetta del caffè più cinica della tv italiana. Forse mi ricorderò soltanto di una curiosa, duplice e tanto banale da risultare poetica definizione di felicità: l’iniziale “FELICITÀ MEZZA FELICE E MEZZA TRISTE” e la finale e catartica “FELICITÀ TUTTA FELICE”.

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CREDO

«Credo nel valore della letteratura, credo nel volere della letteratura e anche nel volare. Vola vuole e vale, la letteratura. Fa volere, volare e dà valore, valori, perché è movimento, viaggio, cambiamento. Di sguardo e di posizione. Di natura. Credo sia potenza, non potere: energia. E credo che possa cambiare il mondo, il piccolo mondo interiore di chi la pratica, di chi legge e di chi scrive. La somma dei tanti mondi interiori fa il mondo esteriore, più o meno.»

 

Gian Luca Favetto, Italia, provincia del Giro

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A modo mio

Vicepresidente del Consiglio:

FASSINO Piero (DS)

 

Affari Esteri:

BONINO Emma (RnP)

 

Interno:

D’ALEMA Massimo (DS)

…in questo ministero uno di sinistra proprio non si può…

 

Grazia (bentornata!) e Giustizia:

PISAPIA Giuliano (PrC)

 

Economia, Finanze e Attività produttive:

LETTA Enrico (Margh.) & BERSANI Pierluigi (DS)

 

Lavoro e politiche sociali:

TURCO Livia (DS)

 

Pubblica (bentornata!) Istruzione, Università e Ricerca:

HACK Margherita (PdCI)

 

Politiche agricole:

REALACCI Ermete (Margh.)

 

Ambiente e tutela del territorio:

FRANCESCATO Grazia

 

Salute:

FINOCCHIARO Anna (DS)

 

Pari opportunità:

SCALFAROTTO Ivan (indipendente)

 

Beni culturali:

MELANDRI Giovanna (DS)

 

Politiche migratorie (…questo lo invento):

AMINATA Fofana (Verdi)

 

Gli altri ministeri li accorpo o li elimino.

 

Presidente della Camera:

BERTINOTTI Fausto (PrC)

 

Presidente del Senato:

Una personalità del centrodestra, però laica.

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Ali

Servirà che tu metta le ali

se vuoi veramente andartene via

disse mia nonna quando avevo sei anni.

Così, entrai in un grande negozio,

una vecchina dallo scaffale più alto prese a fatica

un grande scatolone e mi disse

prego, serviti pure.

Io, intimidito, cominciai a cercare

c’erano ali per ogni utilizzo

ali bianche in tinta coi denti

ali scure per avari di cuore

ali di pizzo ali alla moda

ali per abiti bianchi da sposa

ali meccaniche per gli ingegneri

e ali da piedi per i corridori

ali a vela ali a motore

ali finte da sognatore

ali grandi per andare all’inferno

e minuscole per cadere in eterno ali

corte ali rosse ali rotte ali morte

ali scontate pescate a sorte

ali di carta ali di legno

assicurate contro l’incendio

ali vive che mai stanno ferme

ali di plastica contro le tarme

ali usa e getta per gli spendaccioni

ali di piombo per i coglioni

ali da drago ali da fata

ali a noleggio per una giornata

ali nuove a km zero

ali comprate mai usate davvero.

E poi ali immense per gli innamorati

ali proibite per fare all’amore

ali di gomma ché non si sa mai

ali per te se mi perdonerai.

Ali regalo di San Valentino

ali da mamma con il passeggino.

Ma ali di male a chi sta soffrendo

ali dolore a chi non vuol più volare

ali di neve per suicidi d’estate

ali di foglie per quelli d’autunno

ali col buco per chi vuol morire

nelle altre stagioni dell’anno.

Ali di rabbia a chi deve incazzarsi

ché gli hanno ammazzato fratelli ed amiche

ali vendetta d’acciaio e benzina

per abbattere torri nemiche

ali da guerra a vendicare vendetta

ali atomiche che uccidono in fretta

ali di fame ché i bimbi non muoiono

ali di mine che le gambe non servono

ali da ricchi che vai dove vuoi

ali giustizia non si trovano mai.

E allora ali divine, di vini e di birre

ali diverse, di versi e parole

ali di ali per chi fa poesia

ali di vita e ali di morte

ali per tutti noi anime rotte.

Scelsi.

Hai preso le ali più rare

mi disse la furba vecchina

una apparteneva a un demone astemio

l’altra ad un angelo sempre ubriaco.

Sono antiche, molto preziose,

ti costeranno un occhio della testa,

sei sicuro di potermi pagare?

Ma io non dissi nulla, presi le ali,

lasciai un occhio sul banco del negozio.

 

Gli ammutinati

(collettivo di poeti triestini)

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Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Tirarli fuori

Essendo stato un ragazzino che usciva all’una di pomeriggio con il pallone sotto il braccio e che tornava a casa all’ora di cena con il pallone sotto il braccio e i pantaloncini sporchi d’erba, essendo stato un ragazzino che quando giocava con il suo pallone mentalmente recitava epiche telecronache in cui prendeva le sembianze dei più grandi calciatori degli anni ottanta, io Jorge Valdano me lo ricordo. Con la maglia dell’Argentina e pure nel Real Madrid. Oggi leggo un suo ricordo di un allenatore, Cesar Menotti, che mi pare chiuda a dovere questa settimana segnata dal lessico berlusconiano.

 

«Ho avuto solo allenatori che mi dicevano di tirar fuori i coglioni. Menotti è stato il primo che mi ha detto: domani giochi, tira fuori tutti i tuoi sogni…» 

 

 

 

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Soletta

Vola via

«Ma l’inferno, mica ci sta!» commentò, alla fine del racconto, risolutamente, Useppe. Mica ci sta, nel suo linguaggio misto di romano, vale non esiste.

 

«E perché non esisterebbe?»

 

«Pecché…» fece Useppe senza sapere cosa rispondere. Da parte di Bella gli venne un piccolo abbaio incoraggiante. E finalmente la sua risposta fu:

 

«Perché la gente vola via…»

 

Simile spiegazione, invero, gli venne alquanto dubitativa, e appena bisbigliata. Ma il perché, in compenso, stavolta gli uscì benissimo: con una erre magistrale. «E pure li cavalli», si affrettò ad aggiungere, «se ne volano… e li cani… e le gatte… e le cicale… insomma, la gente!»

 

Elsa Morante, La Storia

 

 

…a Michele Serra domenica era venuto in mente di rileggere un libro che ho tanto, tanto amato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Soletta

La ragazza dell’ultimo libro

«Confusione. Appena fuori dall’infanzia, i ricordi s’infittiscono senza un filo. Adolescenti si è tutto o niente, distratte, ansiose. Leggo in altre biografie le avvisaglie di un destino: a me non è andata così. E confusi sono i sentimenti.»

 

«Non ricordo di aver invidiato la pipì in piedi, e perché poi? Io mi accucciavo incontrando con gli occhi un granchietto o un’erba, e subito su odorosa di mare o di giardino. Certo scalare papà e torreggiare sulle sue spalle era una gran sensazione. Insomma che i sessi fossero due era ovvio come l’avere due gambe e mancare di coda. Ma essere donna è invece tutto un lavoro, una prescrizione e un dubbio.»

 

 

Non si può dire che l’abbia letta d’un fiato, l’autobiografia di Rossana Rossanda. Più di un capitolo ha richiesto una concentrazione laboriosa, e qualche sforzo di memoria in direzione di antichi esami di storia all’università. Ma che scrittura!!! Limpida lucida tagliente essenziale!

 

Prossime letture: la graphic novel Goražde di Joe Sacco e Italia, provincia del Giro di Gian Luca Favetto.

 

 

 

 

 

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Le storie di Scuolamagia

Vota Gianluca, vota Gianluca…

«Dopo mesi e mesi di durissima campagna elettorale finalmente siamo arrivati nella settimana che precede le elezioni. I sondaggi mi danno al 60% e mi dichiarano già vincitore, ma io non mi fido della sinistra e tantomeno del suo leader, Disint. Il mio partito, Forza Italia, secondo me ha letteralmente stracciato la concorrenza. La mia campagna elettorale è stata sicuramente più brillante di quella del Professor Disint. Disint nelle sue apparizioni in TV ha fatto delle figuracce incredibili e addirittura, a metà trasmissione, ha guardato l’orologio quando aveva tutte le telecamere addosso e ha dato una dimostrazione di insicurezza incredibile. Quando giro per le città vedo i suoi manifesti elettorali tutti strappati, questo significa che i giovani lo odiano. Il Professor Disint dice delle falsità quando afferma che in questi ultimi 5 anni noi della destra abbiamo aumentato i prezzi e che abbiamo perso il passo delle grandi d’Europa. Disint, inoltre, mi ha mancato di rispetto quando ha affermato che io sono un venditore di tappeti e da quel giorno il nostro rapporto è in totale declino. All’interno della coalizione di Disint vado molto d’accordo con Fassino, perché è una brava persona ed è molto rispettoso nei miei confronti. […] »

Gianluca, 3ª C

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