Cineserie, Imago, Stream of consciousness

Rinominare

Bimbi tra le sbarre

La nascita delle cose segrete. In un’altra vita. Quel che resta. Questa volta. Lontano. Dietro l’incanto. L’ultima volta. Le onde. Sono titoli di brani di Ludovico Einaudi, pianista. La colonna sonora di questa mattina a mettere ordine tra le fotografie del mio viaggio. Prendere qualcosa che si chiama P8240001, cliccare sul tasto destro e di seguito su “rinomina”. E poi? E poi fare proprio come Ludovico Einaudi: scegliere parole, cercare la sintesi migliore. Mettere musica e immagini dentro i suoni di una lingua da parlare e da scrivere, quale arbitrio migliore. E allora via. E allora ecco. Sull’acqua. Costruire. Quelli che dormono. Tra i rametti. Nel posto dell’anima. Bimbi tra le sbarre.

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Stream of consciousness

Rosario

Ave Maria piena di grazia…

C’è lo zio quello più anziano, il capo di tutte le altre zie e gli altri zii, o almeno io da piccolo lo vedevo così. Non mi vede e chiede di me: dov’è il Cinese?

Ave Maria piena di grazia…

C’è la zia quella con la risata bella e piena, quella che non litiga mai con gli altri componenti della famiglia, ed è qualcosa di miracoloso. La risata, quella oggi no.

Ave Maria piena di grazia…

C’è lo zio quello che a tredici anni mi ha insegnato a distinguere quelle a pera da quelle a mela. Io mica gli avevo chiesto niente, ma per lui era molto importante che io sapessi distinguere.

Ave Maria piena di grazia…

C’è la zia quella che si dà un tono più intellettuale, infatti mi chiede del Jet Leg. (Suo marito mi chiederà addirittura se hanno aperto una borsa a Shanghai…)

Ave Maria piena di grazia…

C’è la zia quella che vive portandosi appresso un 7 verticale, un 12 orizzontale. Mi chiede se “Totila” funziona come “Re degli Ostrogoti”.

Ave Maria piena di grazia…

C’è lo zio quello che oggi gioca il ruolo del morto, quello che fabbricava strumenti per prevenire la pioggia e che forse – prima durante e dopo questo assurdo rito che non mi appartiene e che non capisco – non mi avrebbe detto niente.

Ave Maria piena di grazia…

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Cineserie, Soletta, Stream of consciousness

Il ritorno

Dietro a un miraggio c’è sempre un miraggio da desiderare,
come del resto alla fine di un viaggio,
c’è sempre un letto da ricordare.
Bella ragazza ma chi l’ha detto che non si deve provare?
Ma chi l’ha detto che non si deve provare a provare?
Così partiamo, partiamo che il tempo potrebbe impazzire,
e questa pioggia da un momento all’altro potrebbe smettere di venir giù.
E non avremmo più scuse allora per non uscire.
Ma che bel sole, ma che bel giallo, ma che bel blu!

Perciò pedala, pedala che il tempo potrebbe passare,
e questa pioggia paradossalmente potrebbe non finire mai.
E noi con questo ombrelluccio bucato che ci potremmo inventare?
Ma partiamo, partiamo, non vedi che siamo partiti già?

(fdg)

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Cineserie, Imago

TIEN A MENT – 10 / Scintillante bellezza

NIDO

Quella sensazione lì. Quella che davanti al ponte sullo stretto di Messina mi lascia scorgere con lucidità le centomila ragioni per NON costruirlo, ma non riesce a nascondermi del tutto quell’unica ragione per COSTRUIRLO: la bellezza della modernità, delle cose mastodontiche costruite dall’uomo. Come un futurista della prima ora ieri ho spiato la costruzione del “NIDO”, il futuro stadio olimpico di Beijing 2008. Ho guardato centinaia di operai formiche con il caschetto giallo (alcuni palesemente minorenni) muoversi attorno al gigante di ferro, manovrare altissime gru, produrre scintille ad altezze da vertigine. Le ho viste pure sorridere, quelle formiche negli ingranaggi della grandeur cinese, quando hanno scoperto che l’occhio indiscreto della telecamera di Piumetta (autrice pure della foto) li stava filmando. Ieri la Grande Muraglia, oggi il Grande Nido.

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Cineserie

TIEN A MENT / 9 – Il Panda, ok. E la Panda?

Lungo strade a 8 corsie vedo sfrecciare le auto di Beijing. A bordo di un taxy ho persino provato l’ebbrezza (?) dei sorpassi a destra, ché in Italia non si può neanche con la Play Station. Non sono un esperto, ma il mercato mi sembra così suddiviso:

60% di automobili giapponesi

25% di automobili tedesche (Wolkswagen, Audi)

15% di automobili francesi (Citroen)

E il made in Italy?

A parte l’Alfa Romeo parcheggiata davanti all’Ambasciata (del console?), di italiano ci sono solo i mezzi (Iveco) della polizia cinese, nota nel mondo per i modi cortesi al servizio del cittadino. Olè.

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Cineserie

TIEN A MENT – 7 / Guardie

Lo dico piano ché non si sa mai: da giorni sto vivendo felice e contento dentro un regime. Le persone che incontro per la strada sono libere di sfoggiare magliette multicolore, di tenersi allegramente mano nella mano, di fare shopping e mangiare sushi, ma non possono dire (e scrivere, e cantare, ecc.) che secondo loro vivono dentro un regime. Proprio perchè vivono dentro un regime. Allora provo a cercare i segni concreti di questa condizione di oggettivo svantaggio, ma non li trovo. Non li trovo in certa immensa povertà che scorgo, so che la troverei anche sotto cieli più democratici. Non li vedo nelle facce delle tante guardie sparse per le strade. Inizialmente dicevo: ecco il segnale, c’è un uomo in divisa ad ogni angolo, davanti ad ogni mercato. Poi, a guardarli meglio, quei ragazzini… avranno sì e no vent’anni, sono disarmati (al massimo hanno un manganello, del quale sono palesemente più magri) e sudano sotto il sole malato della città. I più fortunati godono dell’ombra di un ombrellone con disegnata una mucca, ridicolo testimonial del latte che va per la maggiore. Per strada non passano auto corazzate, né militari in marcia. In realtà non passano neppure ambulanze. In dieci giorni sulle strade di una metropoli da 14 milioni di abitanti e neanche una sirena. Tutto sembra reggersi da solo, non vedo turpi mani di marionettista. Eppure… Devo capire. Sarà rassegnazione? Sarò ingenuo io?

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Soletta

Lingue

Si ven veçjos, ançje di zovins
e a voltis, forsit ançje
ançje di pi
cuasi çence visâsi
sbrissant vie
cussì
cul stes distin dai pes
dai gjats
dai uçei
ducj in a smooth
elegant
way
come ch’a ven
sufrint e pleantsi
exactly like un len.

 

Maurizio Mattiuzza (oggi a Topolò…)

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Cineserie

TIEN A MENT – 6 / Un negozio

L’insegna è più grande del negozio.

Che è due metri per tre.

Il proprietario sonnecchia fuori, seduto su una sedia.

Dentro tra la polvere

trovi e compri

dischi DVD,

giochi per PS2

X-Box

Lettori mp3,

“Digital camera”,

cellulari,

accessori,

cavi, cavetti

e…

…rose.

50 centesimi

il prezzo, spine

incluse.

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Soletta

Il giro d’Italia a Topolò

Se non fossi qui (e chi me lo fa fare di non essere qui…), stasera sarei a Topolò per ascoltare Gian Luca Favetto.

“Sono passati. Sono passati in gruppo. In fuga. Quando si dice una fuga di gruppo. Era quasi sera, notte. Una fuga talmente fuga che erano in anticipo. Sulla tabella di marcia, sulla tabella dei giorni, sulla tabella delle stagioni, sulla tabella dei luoghi, sulla tabellina del nove e sulla carta geografica, che è sempre una carta assorbente, una carta che sente, una carta dei sentimenti. A Topolò, nel lontano tempo che fu e che sarà, il Giro d’Italia passa fiero con tutti i suoi campioni gregari tecnici meccanici direttori sportivi organizzatori giornalisti addetti al catering montatori frecciatori traduttori tifosi appassionati. Quel giorno lì passa. E se è passato una volta, passa tutte le volte. Passa Girardengo, Coppi, Bartali, Bobet, Balmamion, Anquetil, Adorni, Gimondi, Motta, Merckx, Beccia, Battaglin, Pantani, Zilioli, Zandegù, Basso, sia Marino, sia Ivan, Savoldelli, Rujano, De Luca, Cunego, Simoni, De Clerck, Zolla. E a Topolò, per una volta, vedendo le persone assiepate ai bordi della strada, con le mani staccate dal manubrio, i corridori hanno applaudito il passaggio del paese, il paesaggio”.

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Cineserie

TIEN AN MENT – 4 / Terremoti globali

Un gemonese la sa distinguere, una casa che sta su da una casa che non sta su. Beh, quella in cui sto beatamente dimorando qui a Pechino ha tutti i pregi di questo mondo ma proprio no, una scossa ben assestata la ridurrebbe in polvere. Ebbene, ieri mattina alle 11:56 questo simpatico evento – per la verità piuttosto una rarità, da queste parti – mi ha fatto provare una sensazione in qualche modo familiare, tra la sostanziale indifferenza dei pechinesi. La cosa interessante è che ogni tentativo di localizzare il fenomeno e di scoprire quale fosse la sua portata nei minuti successivi è miseramente fallito: tacevano i giornali cinesi on line, la CNN e la BBC nelle loro edizioni asiatiche, niente di niente persino per l’osservatorio dell’Università di Tokio. Finché mi è venuto in mente il sito curato da un semplice appassionato di sismologia di Resia (Alto Friuli, Italia), che registra e riferisce dei terremoti dalle mie parti. Da lì, con pochi clic sui link giusti, ecco le notizie che cercavo. Com’era quella storia del battito d’ali di una farfalla in Giappone?

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Cineserie

TIEN A MENT – 2 / Acqua

Hai sete? Merda, è finita l’acqua. Niente paura, componi il numero, dici qualche bella parolina musicale e incomprensibile e aspetti. Aspetti 10 minuti e suona alla porta un ragazzo muscoloso con 20 litri di acqua potabile in una boccia trasparente. Cambia la boccia e glu glu passa la sete. Quante scale salirà in un giorno, quante bocce d’acqua accoglieranno le sue spalle (e con questo caldo), quanto poco denaro riceverà in cambio? Il portatore d’acqua, piccolissimo indispensabile ingranaggio nel cuore di una metropoli.

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Cineserie

TIEN A MENT – 1 / Biciclette

E sono infinitamente meno di una volta!!!! Rigorosamente scassate, arrugginitissime, con rapporti lunghissimi. Alcune trascinano carichi di proporzioni assurde e all’occorrenza diventano il letto di uomini stremati. Alcune sono dotate di un optional speciale: la fidanzata sul portapacchi posteriore, una mano per aggrapparsi e una per reggere un ombrellino contro il sole cocente. Corrispondono effettivamente ad un prolungamento del corpo del ciclista, non ricevono mai nessuno sguardo e nessun aggettivo (bella, veloce, leggera, resistente…). Vanno e basta. Non posso esserne certo, ma credo che i ragazzini non impennino, non si seminino. Vanno come gli adulti e come i vecchietti. Vi chiederete dove vanno. Beh, siamo solo alla prima puntata…

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