Tutte queste cose passare

Il Tiranno e la bottiglia

Ci sono parole che nel vacuo blaterare dei giornali (tizio ha detto questo, caio ha risposto che le parole di tizio gli fanno schifo, tizio ha ribadito e affermato che caio è un idiota…) si stagliano come pietre appuntite. Già, le parole che sono pietre. In prima di “Repubblica” lo scrittore Sepúlveda parla oggi di una bottiglia. La bottiglia tenuta in fresco per anni, da aprire il giorno della morte del Tiranno. Bene, quel giorno sembra vicino e ormai ineluttabile. In prima pagina una speranza di morte, una specie di vendetta, un’apoteosi del politicamente scorretto. So chi è stato il Tiranno e l’articolo dello scrittore se proprio non riesco a condividerlo sento di capirlo perfettamente. Però quelle parole hanno un suono particolare e il numero di “Repubblica” di lunedì 4 dicembre 2006 è diverso dagli altri.

La bottiglia – quella bottiglia, con quello scopo – Sepúlveda dice che gliel’ha regalata Vittorio Gassman.  

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