Res cogitans, Tutte queste cose passare

Save the book

A volte mi dimentico che sono anche un bibliotecario. Forse perché nella mia Biblioteca spesso gli utenti ballano, cantano, liberano i tavoli dall’ingombro dei libri per inscenare travolgenti partite a briscola. Però fa piacere scoprire che il mio PREMIER IN PECTORE si indigna per la politica delle biblioteche statunitensi che eliminano i Classici per sostituirli – classifiche di vendita alla mano – con i bestsellers. Mi diranno i detrattori che però a Roma le strade sono piene di buche, che nella capitale ci sono mille altre cose più urgenti a cui pensare, ma a me l’idea del Sindaco che prende carta e penna per scrivere cose così…

 

«Pensiamo in particolare alle nuove generazioni, ai giovani: sono già troppo circondati da voci che dicono loro che conta solo chi vince o ciò che esiste in quel solo momento, per ricevere lo stesso messaggio da una biblioteca o da una libreria. I libri possono, invece, essere simbolo dell’esatto opposto, di un tempo in cui si possa smettere di pensare solo ad essere “più veloci, più alti e più forti”, e scegliere, come è stato scritto, di procedere “più lentamente, più in profondità, con più dolcezza".» (Walter Veltroni, “La Repubblica”, 04/01/2007)

 

…a me piace un bel po’.

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