Non sono mai andato ad un concerto senza studiare. Senza un ripasso delle canzoni che ricordavo meno, senza rispolverare rime e ritmi. Ieri sera avrei dovuto “giustificarmi” come a scuola, davanti a De Gregori e al suo palco raggiunto quasi per caso, ma poi si sa, le basi cognitive sono buone, l’alunno si è sempre impegnato, un po’ di mestiere. Insomma, ho superato la prova.
Eterno dilemma: è un bene o un male che il Principe stravolga le sue canzoni, le rivolti come calzini? Oppure certi pezzi oltre che suoi son diventati anche “nostri”, ché li cantiamo da 20 anni e quindi ci appartengono?
Faccia pure, il poeta. E va benissimo se nel testo rinfrescato (La ballata dell’uomo ragno) “Mitterand” diventa “Sarkozy”.
Una cosa piccola, poi, da bella che era l’ha fatta diventare bellissima.
Provate a cantare, se la conoscete.
La canzone è Un guanto. Sì lo so, appunto: meravigliosa.
Ma se al posto di
ERA LA NOTTE DI QUEL BRUTTO GIORNO
…uno dice…
ERA LA NOTTE DI QUALSIASI GIORNO
…non è una specie di miracolo?