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2 agosto 1980

Cielopaz

Fuori è spuntato un cielo con certe nuvole da Andreapazienza, stasera, e sul mio piccolo terrazzo riscopro incredulo la sensazione bella di avere freddo. Negli ultimi trenta minuti non ho fatto che guardare questo video strillato a gran voce dal sito di “Repubblica”. Per volare indietro di 27 anni, quando l’Italia era un Iraq senza attenuanti generiche. Penso ad un Liceo che a 18 anni ha creduto opportuno non raccontarmi un fatto come quello (e così molti altri), incaponendosi sull’epopea di certe avventure risorgimentali, tergiversando su certi decreti della destra storica. La Storia segue un filo, certo, e il salto in lungo nella cronologia non si può fare, siamo d’accordo. Ma ammettiamolo che c’è una forte componente di cagarsi sotto, di è troppo presto, quelle cose sono ancora troppo calde. Io a scuola la strage di Bologna la racconto partendo da una canzone. No, non di Claudio Lolli, santopatrono della Pozzanghera. Io gli canto Cremonini, ai cuccioli: “Padre, mille anni, e quante bombe sono esplose nei tuoi ricordi!”. Se interessa? Sicuro che interessa. Come sarebbe interessato a me, conoscere quei fatti. E invece ho dovuto arrangiarmi, e ho avuto la fortuna di poterlo fare. Torno al mio cielo. Per ritagliarne un pezzetto e spedirlo come fosse una cartolina e un piccolo regalo.

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