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Solette

Parliamo di libri e di memoria. Ho letto d’un fiato Tutta un’altra strage di Riccardo Bocca.

La strage è quella di Bologna, 27 anni dopo. Anche se sembrano 270. Mi indigno per le parole del Presidente del Consiglio di allora, poi Presidente della Repubblica. Al giornalista rivela: “lei ha davanti a sé una persona che ritiene una cazzata che la magistratura sia indipendente”. È troppo, no? E quelli che hanno messo la bomba, condannati dalla giustizia italiana al termine di estenuanti processi? “Persone normali”, dice l’ex premier, “bravi ragazzi che mi vogliono bene”.

Pausa ristoratrice con il romanzo Balzac e la Piccola Sarta cinese di Dai Sijie: delicato, luminoso.

Fa bene Bernardo Valli a ricordare, sulla quarta di copertina, la “leggerezza” di Calvino e a dire che l’anima del libro sorreggerebbe il volo di una piuma. Dentro ci trovate pure una Rivoluzione culturale a tratti atroce, a tratti comica, nelle lande sperdute dov’è ambientata la storia. Il finale? Strepitoso e crudele. Crudelissimo. E i comunisti non c’entrano. La colpa è tutta di Balzac e della Bellezza.

E adesso?

Per terra, adesso, sul legno del pavimento, sotto questa musica che ascolto, c’è il libro inchiesta Mamadou va a morire di Gabriele Del Grande.

Fanno ancora centro, le Edizioni Infinito, dopo il meraviglioso libro sulla Bosnia.

Un viaggio attorno a quel grande cimitero che è diventato il Mediterraneo, un viaggio nelle vite e nei sogni di chi s’imbarca per entrare nell’area Shengen. La prossima volta che cliccherò sull’icona di Skype e leggerò 7.678.987 UTENTI IN LINEA sarà impossibile non pensare che migliaia di quelle dita sulle tastiere non si stanno scambiando files musicali, scatti fotografici, non stanno condendo le loro parole con faccine sorridenti o lingiuacciute, ma cercano un posto su una bagnarola scassata, stanno tentando di investire i soldi di una vita in un biglietto per la morte. Certo, che gran coglione, per me Skype è gratis ed è qualcosa di curioso, uno dei tanti orpelli della mia vita comoda. Io sono pure stato felice, su Skype, grazie a Skype. Se penso che sono uno di quei 7.678.987 e lo sono contemporaneamente ad un ragazzo del Mali è piuttosto facile sentenziare: eccolo, il Villaggio Globale. Poi, però, la Storia mi sembra sempre quella, la solita vecchia Storia, quella che “dà i brividi, perché nessuno se la può inventare”. Tantomeno cambiare.   

Chiudo con la soletta al programma televisivo “Evoluti per caso” su Rai 3. Una strepitosa Syusy Blady è a Santiago del Cile sulle tracce di Darwin. La accompagnano insegnanti e studenti universitari italiani. Due ragazze ventenni le dicono di aver visitato come due turiste la città, e di essere state al palazzo della Moneda. “Ma voi sapete cosa rappresenta il palazzo della Moneda, no?” “Certo”, ribattono le due, “era l’antica zecca dello stato da cui il nome…”. E allora ecco che quel bel donnino s’incazza, magari per finta ma a me è parso anche per davvero, s’incazza e dice forte a quelle due ventenni cos’ha rappresentato per lei quel palazzo e cosa, in fondo, dovrebbe rappresentare anche per loro.

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