Soletta, Tutte queste cose passare

Scrivendo cantando

«Tre anni fa, più o meno in questi giorni, moriva. Enzo Baldoni. Lo conoscevo, ma non è per questo che ne scrivo oggi. Forse eravamo perfino amici – avevamo lavorato, e parlato, e riso insieme. […] Sì, credo che fossimo amici, ma non è per questo che ne scrivo oggi. E neppure per esorcizzare il ricordo della sua ultima telefonata dall’aeroporto, e di quella mia frase inconsapevolmente spaventosa: “Cerca di riportarla a casa, quella testa bacata che ti ritrovi”. Gli era talmente piaciuta  che l’aveva messa nel suo blog, ma io non ne ho saputo niente finché non è arrivata la notizia del rapimento, e allora son cominciate le telefonate dei giornalisti: “Abbiamo letto, dunque eravate amici, che cosa ne pensa, cosa ha da dire…”.

Ho da dire, oggi, a tre anni di distanza, che sì, Enzo era un mio amico, e mi manca. Che era un uomo intelligente, generoso, simpatico. Un giornalista curioso e appassionato. Ho da dire che il suo rapimento, la sua morte sono stati atti inqualificabili, inumani, a opera di tagliagole cui abbiamo avuto modo di conoscere altre imprese. E ho da dire che nei giorni tra il suo rapimento e la sua morte – “giornate furibonde, senza atti d’amore, senza calma di vento / solo passaggi, passaggi di tempo” – gli è stata riversata addosso una quantità scandalosa di offese e insulti, da parte di certa politica e di certa stampa, ma scuse e autocritiche, ancorché postume, non me ne ricordo. Che non solo non è stato fatto tutto il possibile per provare a liberarlo, ma che per giornate intere – furibonde, sì, e senza atti d’amore ma anche di elementare giustizia – si è ironizzato sulle “nuove vacanze intelligenti della sinistra”, e insomma anche lui se l’è andata a cercare, e poi in agosto, si sa, son tutti in ferie. Passaggi di tempo. […]

E ho da dire un’ultima cosa, un magone che da tre anni mi chiude la gola: Enzo se n’è andato da solo, non c’era nessuno a dirgli addio, e “difficile non è partire contro il vento, ma casomai senza un saluto”. Allora, oggi io vorrei salutare Enzo Baldoni, uomo simpatico e impetuoso, buon giornalista, anima salva in terra e in cielo. Che bello questo suo tempo. Che bella compagnia.»

 

Lella Costa, su “A

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One thought on “Scrivendo cantando

  1. Beh, se mi permetti al tuo saluto ci metto pure il mio. Non lo conoscevo ma tutta la vicenda mi lascia perplesso. Oggi è facile inquinare le prove, attribuire a malvagi diversi da noi ogni nefandezza. Da quando l’hanno ucciso ho sempre pensato che lui abbia visto cose che non poteva raccontare, e, d’altra parte non era giornalista disposto a tapparsi la bocca. Per questo Enzo accetta il saluto e il ringraziamento di uno sconosciuto. Ciao.

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