Le storie di Scuolamagia

Voilà le Cinema (…la vera festa non è a Roma…)

A scuola ogni tanto le cose accadono poiché ampiamente meditate, programmate nel dettaglio, al termine di solerte pianificazione. A volte, invece, sono bagliori improvvisi e improvvisati, frutti del caso, attimi (fuggenti) colti al volo. Come domani. Sarà assente un collega e le sue 4 ore di fila diverranno una faglia nella consueta scansione della mattinata. Vestiti i panni del coordinatore di sede ho presto individuato l’unica soluzione praticabile nella sostituzione con l’unico insegnante disponibile: io. Va da sé che costruiremo un cinema. Tra i limiti del vivere abbarbicati sui monti c’è l’endemica distanza dalle sale e dai multisala cittadini. Certo, davanti a talune pellicole che passano sugli schermi, questa condizione appartata può far pensare di più ad un’utile quarantena, ma ho sempre creduto che i cuccioli – almeno fino al raggiungimento dell’indipendenza economica e motoria – si stessero perdendo qualcosa.

Qualcosa come il buio della sala, le parole dette sottovoce, gli occhi spediti lontano, i colpi di tosse. E appoggiare la giacca sulla poltrona davanti, se si può, oppure coprirsi a scanso di brividi. E leggere i titoli di coda alla ricerca di un attore, un doppiatore, il titolo di una canzone, l’autore di una musica. Cose così.

Chiarito che a Scuolamagia esiste già una stanza con 2 tv un videoregistratore e un lettore DVD, è altrettanto palese che non si tratta di un cinema. Dopo attento sopralluogo ho quindi individuato nella piccola sala insegnanti lo spazio più adatto.

Si tratterà di spostare tutto, il tavolo e le sedie. Toglieremo il vecchio quadro, liberando sulla parete l’orizzonte delle immagini. Disporremo il videoproiettore, le casse dello stereo alla ricerca di un buon suono, il lettore per un magico disco. Metteremo a fuoco, e il culo sulla sedia. Abbasseremo le tapparelle. Uno di noi azionerà i telecomandi e qualcun altro, solennemente, spegnerà la luce.

Alla fine, se rimarrà del tempo, chiederò loro di pensare ad un nome per questo cinema d’essai che mercoledì mattina tornerà ad essere una banalissima sala insegnanti.

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