Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Appena in tempo

Di solito arrivo sulla porta della notte fustigandomi per non aver letto questo o quell’editoriale, inchiesta, commento, elzeviro, reportage, ecc. Le notizie del giorno dopo sono già nelle rotative e anche mettere da parte il quotidiano diventa spesso un gesto inutile. Il giorno dopo quelle pagine mi sembreranno (a torto) ammuffite. Oggi per la prima volta mi è accaduto il contrario. C’è l’interesse per l’argomento, dispongo del tempo e delle energie per affrontarlo ma mi fermo, freno bruscamente.

Ingrid Betancourt ha scritto una lettera alla madre Yolanda.

Le dice che il momento è particolarmente difficile. Le dice «non mangio, non ho fame, mi cadono molti capelli». Le dice «non ho voglia di niente, è meglio non avere voglia di nulla ed essere almeno libera dai desideri».

Poi mi fermo, non leggo più. C’è qualcosa che non va. Risalgo con gli occhi alla breve introduzione in corsivo che prima ho saltato per tuffarmi prima nelle parole della prigioniera. Dice che “il testo è stato diffuso dalle autorità colombiane contro la volontà della famiglia che, ieri, ha protestato definendo la diffusione della lettera una violazione dell’intimità”.

Appunto, e allora?

Perché la pubblicate? Perché è qui davanti a me, a pag. 12 di “Repubblica”? È il dovere di informare, no? Deontologia, certo… Non c’è un altro modo, per informarmi? Perché non ne parlate anche domani, allora, della Colombia? E dopodomani ancora.

Io mi sono fermato alla riga 12. Appena in tempo. Ma la lettera compare anche on line, e quella richiesta di riserbo sarà già stata violata migliaia di volte…

Oggi la carta del mio giornale odora di merda.

Standard

One thought on “Appena in tempo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

code