Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Nera come sempre

C’è l’Italia dei senatori che sputano, mangiano la mortadella e innaffiano gli scranni con lo spumante. C’è l’Italia della munnezza fumante davanti alle scuole elementari. C’è l’Italia dei cannoli per festeggiare una condanna a 5 anni. C’è l’Italia del declino, dell’imbarbarimento, l’Italia che si specchia nella sua orrenda Tv. Non c’è niente da fare, c’è. Però c’è un’Italia peggiore. Ci pensavo oggi, mentre quasi casualmente ho raccontato ad una persona – assente giustificata – la storia terribile di Federico Aldrovandi. Raccontavo, e intanto gli occhi che mi ascoltavano e leggevano sullo schermo quei fatti si velavano di incredulità mista a disgusto. C’è un’Italia che fa schifo, ma fa meno male dell’Italia che fa paura.

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Soletta, Stream of consciousness

Occhi di luce

L’affermato attore parla disinvolto. La serata di pubbliche letture inizia puntuale: lui è bello e ci scherza tutti dandosi del brutto. È colto, legge i classici e lo annoiano le pagine contemporanee, brutte copie della realtà. L’intervistatore gli ricorda la frase di un regista che di lui dice meraviglie. Lui finge sorpresa, ma subito precisa di essere pirandellianamente ANCHE QUELLE PAROLE, certamente NON SOLO QUELLE PAROLE. È la solita storia dell’uomo che traballa davanti al suo specchio, al semplice suono della domanda: chi sono? Vola alto, l’attore, ha spessore, carisma, ma il suo segreto sono gli occhi. Gli occhi di luce. La luce dei suoi occhi.  

Io, invece, un giorno ho confessato a una persona che avrei voluto avere QUESTI OCCHI.

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