Nel mondo di Juno si parla una lingua da scaricatori di porto, si dice pane al pane, vino al vino, aborto all’aborto e vaffanculo al vaffanculo. Nel mondo di Juno non esistono parole di circostanza, c’è solo un’invincibile, disperata sincerità. Nessuno che ci giri attorno con le parole, nessuno che cerchi di parafrasare o di addolcire pillole. Sei incinta, sono incinta, sei stronzo, ti lascio, cresci una buona volta, è finita, “se tu ci stai io ci sto”, possiamo pomiciare adesso? Non è un film sull’aborto, Juno, e nemmeno contro l’aborto, nonostante Giuliano Ferrara. È un film sull’essenziale. Sulla vita che viene al sodo. E sul coraggio di tenerla in pugno. La sosterrebbe all’istante, Juno, una moratoria sull’ipocrisia.