Res cogitans, Tutte queste cose passare

Art. 7: quando nasce un bambino ha il diritto ad avere un nome

Dietro il bancone dell’ufficio postale ci sono quattro operatrici: Sara C., Mariagrazia D., Paola S. e l’ultimo nome non lo riesco a leggere, vedo che è un nome lungo ma è anche troppo lontano dalla mia posizione di uomo in coda. Non ho un giornale e allora mentre aspetto leggo i cartellini appesi al cuore della postine. Sono gialli come il bancone, i manifesti, il nastro adesivo sulle vetrate. Poi mi avvicino alla ragazza col nome lunghissimo; non è una mia scelta, a deciderlo sono i ritmi delle code che fluiscono come correnti oceaniche. Ha gli occhiali spessi, tanta timidezza e pochissimi anni. È ovviamente precaria, lo si capisce pure da come la trattano Sara M., Mariagrazia V. e Paola S. Sara Maligna le dà ordini severi, Mariagrazia Vipera le mette una gran fretta, Paola Stronza non la aiuta a risolvere un problema tecnico.

Ma il nome? Come si chiama la postina precaria? Adesso sono più vicino, adesso posso leggere. Una vecchietta noterebbe che le manca la fede al dito. È ancora Signorina.

Signorina Identificativo Provvisorio.

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