Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

La bufera e altro

È lunedì sera (ieri) e il lavoro mi ha tenuto occupato fino a tardi. Un’occhiata alla mail e a qualche notizia on line: si parla del nuovo Presidente della Camera e di una sua uscita decisamente infelice. Doveva dire “merda & merda”, ha detto “c’è merda e merda…”. Figure istituzionali, figure retoriche, figure di merda. Il sito del “Corriere” strilla piuttosto forte: BUFERA SU FINI. Un po’ m’indigno, un po’ voglio vederci più chiaro. Raggiungo la Tv, cerco un Tg, cerco la bufera. Comincia in quel momento, ma il mezzobusto dice “Apocalisse”. Due secondi stranianti: già “bufera” mi sembrava troppo, “apocalisse” è spropositato. No, niente Fini, quella è la Birmania. Ero rimasto fermo ai 250 morti di domenica pomeriggio, ne ho ritrovati migliaia, insieme alla consapevolezza di quanto minuscole siano le nostre miserie. In support of our brave friends in Burma, avevamo scritto su un braccialetto rosso che ci eravamo legati vicendevolmente ai polsi. Era settembre, a Scuolamagia. Penso a Ricky che lo indossa ancora, anche se ormai ha cambiato colore. Penso che il cucciolo magari sta guardando lo stesso notiziario e si sente giustamente un po’ fiero di sè.

È il 6 maggio (oggi), è l’ora del terremoto, dalla finestra alle mie spalle arrivano i rintocchi, uno per ogni morto, 32 anni dopo. La memoria è un posto accogliente e ospitale, e in ogni battito di vittima gemonese ci faccio entrare 70 sventurati friends of Burma spazzati via dall’urgano. 70 x 400 = 28.000.

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