Le storie di Scuolamagia, Res cogitans

Ragazzi d’oro

Chissà cos’ha spinto Nicky e R. a comportarsi così. Stavano disputando l’annuale corsa campestre che vede fronteggiarsi gli alunni di tre diverse scuole secondarie di primo grado, un centinaio di adolescenti disseminati lungo una vallata, chi in un paesino chi nell’altro, erano da poco ricomparsi agli occhi del pubblico in fondo alla discesa che per loro era l’ultima salita. Si erano dati battaglia tra gli alberi del bosco, avevano messo una discreta distanza tra le loro falcate e quelle degli immediati inseguitori. La corsa di Nicky mi era parsa un po’ più scomposta, il viso di R. era una maschera di concentrazione.

Arrivo

I colori delle maglie – Nicky marrone, nera quella del coetaneo – si erano più volte intrecciati, in una sequela di sorpassi e reciproche rimonte. Fino a quegli ultimi 20 metri d’altri tempi, fino a quelle due mani che si sono cercate per congiungersi alzate, mentre il traguardo veniva tagliato da due corpi all’unisono. Chissà cosa li ha spinti a non cedere al naturale agonismo, a non cercare quella piccola ma evidentissima gloria, più grande anche in virtù di un avversario indomito. Che lezione! E che tristezza un regolamento applicato alla lettera, un regolamento costretto a sancire comunque – seppur a malincuore – il primato di un piede sull’altro sulla linea del traguardo, uno d’oro e l’altro d’argento.    

Standard