Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

Cosa spiegare a mia figlia

Il libro che sto leggendo, La resistenza spiegata a mia figlia, mi fa riflettere sulla proliferazione di quello che ormai si può definire un vero e proprio genere letterario.

Basta recarsi in un efficacissimo internet bookshop e provare a digitare “…a mia figlia” nell’apposito motore di ricerca per imbattersi in un ampio catalogo. Le droghe spiegate a mia figlia. La filosofia spiegata a mia figlia. L’Islam e il razzismo, spiegati a mia figlia. Le istituzioni repubblicane, l’economia: figlia mia, leggi e impara. Volete che non si spieghi a una figlia la globalizzazione, visto che ci siamo dentro fino al collo? Le religioni spiegate a mia figlia, il calcio spiegato a mia figlia. Naturalmente Aushwitz, spiegato a mia figlia. Addirittura Berlusconi, spiegato a mia figlia. Ma quante cose ignorano, queste figlie… Naturalmente gli autori in questione sono tutti papà. La monotonia è spezzata da Mario Capanna, che spiega a suo figlio il ’68. Sarà che si tratta di azione, movimento, cambiamento: roba da maschi.

Sarebbe semplicistico trarre conclusioni femministe, il femminismo di cui è fortemente permeata la Pozzanghera, tanto più al cospetto di buonissimi libri. Spicca però l’assenza di saggiste donne all’interno del genere. Non me la so spiegare, ma non importa. Penso invece ad un mio eventuale libello, un mio “Manoscritto per Teresa”, tenero e premuroso. Cosa potrei spiegare a mia figlia? Cosa sarei in grado di trasmetterle, oggi? Pensiero della domenica.  

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