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“Erano tempi di parole che correvano da sole…”

Murino

Ma il tempo, passa davvero? A scuola tornano i grembiulini e sono spesso neri. A scuola neri dovrebbe essere soltanto certi pennarelli, indispensabili per i contorni dei disegni, e i pentagoni (accerchiati dagli esagoni bianchi) nei palloni di cuoio. Torna il maestro unico e pazienza si tratti nel 90% dei casi di una maestra unica. Al maschile si vede che fa più effetto. È tornata la violenza negli stadi, è tornata a casa la stele di Axum. Negli Usa fa ancora la differenza se si è tornati – meglio se con qualche mutilazione fisica – dal Vietnam.

Intanto c’è chi teme il ritorno del ’68. “Quanti credono nel Sessantotto e quanti vedono del sesso in tutto?”, si domanda Caparezza, mentre Adriano Sofri scrive di temere di scoprirsi più sessantottenne che sessantottino. Intanto, su un muro della mia città una scritta clandestina mi pare un segno inequivocabile di questo tempo che si ostina a non passare. Un gesto-ossimoro, il capolavoro di una bomboletta confusa. 

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