Le storie di Scuolamagia

Allegria di naufragi

Insegnare è un continuo aggiustare la rotta. Entri in classe con una fotocopia dove credi ci sia scritto il senso del mondo dello spazio del tempo della vita e della morte e te ne esci frustrato dopo aver raccolto una cesta di sbadigli. È colpa tua? Non hai veicolato bene? Oppure in quelle righe non c’erano né il senso del mondo né di tutto il resto? Ovviamente è quasi sempre colpa tua.

Poi un giorno ti inventi un esercizio da proporre nell’ora di geografia, nemmeno troppo ambizioso. Diciamolo che sei costretto ad accorpare le due classi e non hai trovato niente di meglio da fargli fare! Si tratta di lavorare con l’atlante, a piccole squadre, e completare con le parole mancanti (città, fiumi, isole, golfi…) una storia inventata da te, un improbabile viaggio in barca a remi tra il Mar Tirreno e l’Atlantico, e poi oltre lo Stretto di Panama fino all’Isola di Rapa sfiorata dal Tropico del Capricorno (e dentro di te hai pure sperato che l’Isola di Rapa li faccia un po’ ridere e che ti perdonino l’attività didattica semiimprovvisata). Loro lavorano, si instaura tra i gruppi una sana competitività e fin lì era quello che ti aspettavi. Però c’è dell’altro. Vogliono sapere se è una storia vera, se è possibile, per quali ragioni eventualmente possa risultare impossibile (squali e venti, onde e umano impazzire di solitudine). Insomma, i cuccioli si accendono e se anche non siamo davanti al senso del mondo dello spazio del tempo della vita e della morte, loro hanno gli occhi di chi proprio quello va cercando. Così ho pensato ad Alex Bellini nel Pacifico e ai suoi collegamenti per Caterpillar, il venerdì sera mentre guido verso casa. Inconsciamente c’era lui, nel mio architettare l’esercizio di geografia? Può darsi, fatto sta che ci spostiamo nell’aula dei computer e ci diamo dentro: un po’ di YouTube, un po’ di Corriere.it, un po’ di sito ufficiale e una spruzzata audio di Cirri & Solibello. Le ragazze sono intimorite dalla barba da venerando del coraggioso navigatore, la voce le tranquillizza un po’. I maschietti cercano dati tecnici sulla barca e parlano di quanti giga di musica occorrano per dieci mesi di oceano.

Poi abbiamo scritto ad Alex alcuni messaggi, con domande e incoraggiamenti. Oggi, puntuale, la sua risposta. Peccato che due dei tre alunni citati abbiano preferito firmarsi con il nome falso (Alberico e Romeo) scelto in occasione di un’altra mattinata tra i banchi, il primo giorno di scuola, quando Francy ha scelto per gioco di chiamarsi Roby, quando Camilla era Giada, Margherita era Alessia, Ilaria era Gioia, Giorgio era Daniele e io ero Bernardo.

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