Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Stream of consciousness

Avercela

La ragazzina è minuscola e si muove ancora per la scuola come un gattino spaesato. Scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo, e qualcosa di nuovo di sé facendo ogni giorno scoprire. Oggi è stata la volta di una vocetta intonata e grintosa, attorno al divano e al suono della chitarra a ricreazione. Il trillo della campanella che rimanda in classe è esorcizzato dai ragazzi – orfani del pallone: piove – col canto. E così come in cortile “l’ultima azione” intimata dal prof. può durare 10 minuti di ottimo fraseggio, anche il momento musicale si dilata a dismisura tra uno che dice “un’altra!” e un’altra che dice “ancora una!”. Canzoni. L’ultima è di Elisa ed è proprio a quel punto che Minuscola si ritaglia i suoi tre minuti di celebrità, regalando al suo insegnante (e onorato chitarrista) una riflessione sulla fruizione musicale nel mondo contemporaneo. La piccola intona che non saprebbe cosa dare perché lui fosse felice, mentre si piangono lacrime di aria invisibili che solamente gli angeli sembra sappiano portar via. Alla fine, al momento dei complimenti (“Bravissima, ma com’è che la conosci così bene?”), la voce è ancora più sicura nel rendere pubblica la sua concretissima verità: “PERCHÉ IO A CASA CE L’HO!” Capito? Lei ce l’ha, ed è chiaro che parla di una cosa concreta, qualcosa che è tuo, qualcosa che riponi, che presti, che regali e che perdi. Qualcosa che tieni in mano. Non è, come accade sempre più spesso, un file senza sostanza che si sposta dal Mulo al desktop, dalla cartella alla chiavetta Usb. È la Musica, che gira intorno ma alla quale, soprattutto, puoi girare intorno tu.

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