«Certo che sono proprio dei disastri, provo vergogna per averli creati. Uno sceglie le parole quelle più semplici: A-MA-TE-VI. Si può essere più chiari di così? Tenetevi stretti, accuditevi l’un l’altro… Niente da fare. C’è quel padre meraviglioso che sembra fatto a mia immagine e somiglianza, con quella faccia che contiene tutto il dolore del mondo, una faccia che è un romanzo russo. Aiutatelo, no, un padre così… e aiutate sua figlia, rispettatela, amatela, amate la sua libertà. Non chiedo mica a nessuno di andare lì a guardarla negli occhi, Eluana, sarebbe troppo, non sono all’altezza. Ma legiferare, cazzo, quello dovrebbero essere il grado… è una cosa così semplice, così “umana”, così poco divina…
Così tocca ancora una volta a me, e dire che pensavo di averli svezzati da un pezzo. Io non sopporto che quel padre stasera debba portare tutti i suoi pianti da Fazio, prima di quel dio comico di Antonio Albanese. Non voglio vederlo un’altra volta ripetere quelle parole che dovrebbero aver già capito e condiviso tutti. Sono degli idioti. E delle merde. Sì, lo affermo anche se li ho fatti io. Lo ammetto: ho fatto delle merde. E adesso si stupiranno dell’improvvisa infezione, dell’inaspettato aggravarsi. E speriamo che vada tutto bene, che per me è ancora più difficile, e mi trema sempre maledettamente la mano…»