Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

Antifascismo a fumetti

Passeggio per il mercatino delle pulci allestito nelle vie del centro storico della mia cittadina. Osservo oggetti di ogni genere. Tutto mi sembra inutile. Non mi innamoro di nulla. Nemmeno delle cose più antiche, che mi sembrano testimonianze scontate di una storia scontata. Non è colpa loro. Sono io ad essere abulico, incapace della tenerezza che anche gli oggetti a volte meritano. Mi arrabbio col vecchietto che vende frasi di Mussolini scolpite nel legno ed ha il coraggio di esporle lì, senza vergogna. Mi perdo tra i titoli dei libri ingialliti, non uno mi chiama. Poi, per terra, appoggiati sui sampietrini, scorgo alcuni fumetti. Uno in particolare. Un numero di Cybersix. L’eroina di una storia complessa andata in stampa più di una decina d’anni fa, così complessa che non provo nemmeno a riassumerla per chi sguazza nella pozzanghera. Penso che se mi sono indignato per la bancarella con le frasi di Mussolini è anche grazie a quelle strisce a fumetti, divorate spesso nei viaggi in treno verso l’università. Certo, uno nel suo Pantheon ci mette Gramsci e Gobetti, ma perché non ritagliare un angolino per quell’eroina che in fondo in fondo – figlia dell’esperimento genetico di un nazista – combatteva con coraggio contro il totalitarismo…

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