Le storie di Scuolamagia, Res cogitans

Lezione di striptease vintage

I lettori di Pozzanghera conoscono i riti delle mie classi terze. Si affrontano opere di un qualsiasi artista (romanziere, poeta, regista, cantautore, performer, ecc.) o comunque personaggio della cultura (giornalista, storico, politico, filosofo, premio Nobel) e poi lo si appiccica al muro nelle vesti di paracadutista.

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Lo scopo è quello di fissare nella memoria, senza palesi forzature, qualche nome, qualche faccia e farne un piccolo bagaglio ché nella vita non si sa mai. Ho già accennato alle attività svolte in classe di recente a proposito di comicità e umorismo, ironia e sarcasmo, per spingerci fino alle porte del territorio della satira. Abbiamo maneggiato (e smontato) testi e video, con passaggi leggiadri dalla letteratura al teatro, dal cinema a YouTube. E ho creato dei mostri. Sul muro dei paracadutisti, in fondo all’aula, campeggia da qualche giorno (ma io me ne sono accorto solo oggi) il corpo svestito (nemmeno troppo, roba che basta sintonizzarsi sul pomeriggio di Rai Uno) di Dita Von Teese. Sul paracadute, le generalità: “pornostar e gnocca” (esattamente come sulle sagome limitrofe compaiono: “Lorenzo Milani, prete e prof”, “Ugo Riccarelli, scrittore”…).  

E adesso? Censurare cotanta goliardia? Ironizzarci su? Plaudire? Piuttosto: Dita Von Teese non è una pornostar. Ma cosa fare: wikipedia alla mano – in nome di una scuola progressista che nulla tace e tutto insegna – parlare alla classe di “burlesque e performances feetish softcore”?

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