C’è un film nelle sale che fa relativizzare lo schifo di queste ore, e allontana un po’ il disgusto per le parole volgari, per le ingerenze sui corpi umani e sui corpi sociali. C’è una frase, nel film. La dice una madre che ne ha passate di tutti i colori (perfino peggiori di quelle di chi ha la vita appesa alla “sensibilità” di Berlusconi…), ma che è rimasta immobile lì, davanti a ciò che le è accaduto e che ha fermato tutto. Per sempre.
«La peggior prigione è la morte del tuo bambino, da quella non si esce mai»