Tutte queste cose passare

Approfondire stanca

Parole che stupiscono, che non ti aspetti, che devi come rileggerle anche se a pronunciarle è stata una voce, un eloquio stanco dal volume e dai toni bassi. Poteva dire “calvario”, “inferno”, “tempesta” e “orrore”, Beppino Englaro ieri sera in TV. Poteva parlare degli ultimi 17 anni della sua vita dicendo “lotta” e “trincea”, “rabbia” e “disperazione”. Poteva e non avrebbe fatto altro che usare gli stessi termini che hanno usato tutti – amici e nemici – invadendo il campo della sua “tragedia”. Appunto: anche “tragedia” avrebbe potuto dire.

E invece no.

La pozzanghera è nata per guardare le parole che ci finiscono dentro, per vederle sguazzare, per vedere i riflessi inaspettati che producono.

Beppino Englaro ha chiamato quel tempo lunghissimo “APPROFONDIMENTO”.

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Res cogitans, Soletta, Tutte queste cose passare

Cattivi Hip Hopensieri

A Gianni Mura ogni tanto scappa un rap…

 

Passa la ronda. Avvista, sonda, controlla i “clanda”, sposta la tenda, guarda la bionda, forse è un’oriunda. Non è una banda che si nasconda: non ha una benda, non ha una fionda nella mutanda. Cavalca l’onda, gioca di sponda. Chi ne risponda è la domanda alquanto blanda. È chi comanda che ce la manda, la raccomanda. Non è l’Olanda, non è l’Uganda che ci circonda. A Samarcanda la luna è tonda e l’anaconda una leggenda. La ronda monda. La notte è fonda.

 

“La Repubblica”, 22.02.2009

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