Le storie di Scuolamagia, Res cogitans

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«Che l’indisciplina,  nelle sue forme più aggressive, vada punita, è un concetto sul quale oramai si è tutti d’accordo, sia pure con sfumature rilevanti (ci sono pedagogie più spensierate, che una volta inferta la punizione considerano chiusa la pratica; e pedagogie più faticose, che tendono a chinarsi sul punito per chiedergli se è possibile fare qualcosa per lui…). Ma il grosso dell’indisciplina, quella più ricorrente e quotidiana, probabilmente anche quella più snervante, si manifesta in una specie di diserzione, di indifferenza, di non partecipazione alla vita degli adulti: il cinque in condotta, da agitare come un bastone sotto il naso di uno che ti guarda come se abitasse su Marte (o ci abitassi tu), a che diavolo serve? È come puntare un cannone su un dormiente: non solo un palese eccesso di legittima difesa, ma un monito del tutto male indirizzato, che dà l’idea di una scuola assediata, di un mondo adulto in crisi di nervi come se fosse di fronte a un attacco frontale. Mentre è di fronte (ed è ben più grave) a una travolgente ondata di indifferenza».

 

Michele Serra, “La Repubblica”

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