Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Colpi a Salvini

Matteo Salvini andrebbe condannato. Ci vorrebbe una pena severa, qualcosa come un triennio alle medie, in classe multietnica, oppure un abbonamento a “Focus Junior”. A volte mi capita di pensare, a margine delle cose che accadono, a che vignetta disegnerebbe Andrea Pazienza se soltanto fosse ancora qui a sporcarsi con gli umori del mondo. Ecco: l’interno di un vagone della metropolitana meneghina, tre sedili, quello per i milanesi, il più largo e confortevole, quello per gli immigrati, defilato e angusto, quello per Matteo Salvini, con al centro uno sperone vagamente fallico pronto all’uso.

Si escludono in partenza conseguenze troppo serie: nessun superiore costringerà il politico leghista alle dimissioni per cause di ignoranza maggiore; non dovrà cambiare carriera, forse tra qualche tempo coglierà pure qualche frutto dalle sue parole ignobili. Oggi a “Prima pagina”, la rassegna stampa di Radio Tre ha telefonato una signora. Ha raccontato a Gian Antonio Stella di aver abitato in Sud Africa l’aria irrespirabile degli autobus della segregazione, dal lato fortunato dei segreganti. Sapeva – contrariamente a Salvini – di quello che stava parlando. Era incredula e stremata, sembrava l’avessero ricacciata nel nero di un pozzo.

Finita la trasmissione, su un’altra frequenza mi ha soccorso la voce di Malika Ayane, un nome da carrozza stranieri e un accento che le fa pronunciare “maledèèètta” come fosse un “t’è capì???” brianzolo, a ricordarmi come tutto sia un garbuglio, un meticciato, un prisma.   

Standard