Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Pensando a I.

I giorni degli esami non hanno mai molto di magico. C’è sempre qualcuno che va in crisi, che non ricorda, che quella è proprio l’unica cosa che non ha studiato. Capita che scorrano lacrime e finisce che uno se ne senta l’impresario, l’organizzatore. Anche se non è, ma tant’è. I temi scritti all’esame sono spesso di rara bruttezza, anche se a scriverli è un ragazzino o una ragazzina a cui durante l’anno avresti consegnato il Nobel per la letteratura.

Ili

Oggi, mentre vegliavo su equazioni e piani cartesiani, pensavo forte all’alunna I., libera da prove d’esame perché troppo piccola, ma non abbastanza piccola per sfuggire a prove ben più faticose. Un lutto in famiglia, qualcuno che viene a mancare palesemente troppo presto e con modalità che interrogano più di tutte le commissioni esaminatrici che la Gelmini possa mettere in campo.

La piccola I. che non ho mai visto piangere (forse una volta, ma era un ginocchio sbucciato: un altro paio di maniche e di lacrime…), la piccola I. che temevo potesse soffrire la scomparsa del cane Marley, nel libro che le ho consigliato e che ostinatamente, capitolo dopo capitolo, sta cercando di ultimare. La piccola I., forse oggi un po’ meno piccola.

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