Res cogitans, Soletta

Il disprezzo

Si torna all’amaca di Michele Serra, a volte, come ad una passeggiata all’aria aperta dopo un mese di su e giù dai mezzi pubblici nel caos metropolitano. A differenza dei blog, che ti accolgono ma ti mandano subito via sulle tracce di qualche link che dovrebbe fungere da approfondimento, ma più spesso finisce per deviare l’attenzione verso altro, il trafiletto quotidiano lo puoi leggere e rileggere, puoi assaporarne il ritmo, la scelta delle parole.

Non è facile essere freschi e originali una volta al giorno, trecentosessantacinque volte all’anno, e a volte mi succede pure di abbandonarlo dopo 4 righe, il mini corsivo quotidiano. Ma quando è come quello di oggi, vale la pena impararlo a memoria.

 

«Decisamente simpatico, e ancora un gran bell’uomo, l’ex playboy Gigi Rizzi ha raccontato da Bruno Vespa il suo antico flirt con Brigitte Bardot. La rievocazione ha avuto accenti perfino teneri, con qualche divagazione diciamo storica sugli anni ruggenti di Saint Tropez e sull’impenitente tirar mattina di quel mondo svagato, benestante e allegramente pirla. Ma nel carattere maschile italiano, purtroppo, è parte fondante quel genere di vanteria che tiene in gran conto il palmares, e in nessun conto, ahimè, la discrezione. Assistito con gongolante complicità da Paolo Limiti e Bruno Vespa (in rappresentanza dei non playboy), Rizzi ha tenuto a enumerare, con finta nonchalance, il numero delle trombate giornaliere con una delle ragazze più belle degli ultimi diecimila anni. Non rendendosi conto che il dettaglio, non richiesto, aggiungeva pochissimo al fascino di quella storia, e toglieva a Bardot, che è una signora, il diritto di non sentirsi esibita come un trofeo sessuale.

Ogni rilievo in questo senso è comunque inutile. Il coro italiano ama definire “invidia” ogni possibile richiamo alla misura. Altri e più celebri vantoni nazionali ce lo insegnano: attribuiscono all’invidia degli inferiori tutto ciò che li supera per buon gusto».

 

Aveva capito tutto, Jean Luc Godard, quando nel Disprezzo faceva pronunciare a BB una sfilza di volgarità gratuite senza che in nulla fosse intaccata l’eleganza del film, senza che il quadro generale scadesse, senza oltraggiare il gusto. Ed è facile capire oggi come tre signori per bene (Vespa, Limiti e il Playboy per antonomasia), eleganti e moderati, possano sulle loro bianche poltrone vomitare tutta la volgarità di questo paese.

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