Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

Le tre domande

Mi è già capitato di rubare a larghe mani da questo blog. A volte è davvero più forte di me.

 

 

“Qual è il tuo piatto preferito, quello che mangi quando sei triste o felice?”

 “Latte e biscotti”.

 

“Cosa fai quando sei triste o felice?”

“Scrivo”.

 

“E dimmi: a cosa o a chi pensi quando sei triste o felice?”

 

Lei sorride, arrossisce, abbassa leggermente gli occhi, e lui la anticipa.

 

“Pensi che vorresti mangiare tanti biscotti con il latte?”

E con una battuta rispetta il suo segreto.

 

“È una cosa tua, ma la risposta ce l’hai, si è visto nel tuo viso. Immediata. Quindi sai tutto di te. Noi siamo in queste semplici risposte. Tre. Da nessun’altra parte. Siamo quello che mangiamo e desideriamo, siamo quello che facciamo, siamo quello a cui pensiamo quando siamo tristi o felici. Sono le cose che amiamo a pelle e dobbiamo volerle per non tradire noi stessi”.

E aggiunge: “In quelle tre risposte ti sei illuminata, eri certa, non capita a tutti. Sono le tre cose della tua vita. Sei tu. Non cercare da altre parti, perdi solo tanto tempo per accorgerti poi, troppo tardi, che alla fine approdi sempre lì, in quelle tre cose. E se è troppo tardi quelle cose non ci sono più e ci puoi approdare solo con il rimpianto. E, credimi, non è la stessa cosa immaginare di mangiare i biscotti zuppi di latte, meglio assaporarli veramente. Ricordando di togliersi, prima, i guanti di scena”.



(Dialogo tra il signor Giovanni, 87 anni, e Chiara, 35)

 

E poi bisogna pure rispondere.

Quindi:

 

QUALCOSA CON LA VANIGLIA

 

CANTO

 

[…]

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