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Sotto gli occhi dei bambini

Due notizie che si guardano allo specchio: accade spesso.

 

Italia, esami di stato conclusivi al termine del primo ciclo di istruzione, gli esami di terza media, insomma, e in particolare la Prova Nazionale nuova fiammante, quella oggettiva, quella uniforme, quella che fa statistica e che fa classifica. Qual è la notizia? Semplice, si tirano le somme e si scopre che in tantissime, in troppe scuole si è giocato sporco, si è barato: gli insegnanti hanno indicato la casellina giusta da crocettare, o hanno permesso che gli studenti crocettassero in gruppo, unendo le forze. Importanti sociologi dicono che in fondo è normale e che si poteva prevedere: è l’atavica ritrosia degli insegnanti nel farsi giudicare. E un alunno asino non può che segnalare la presenza di un docente asino. Ottimisti, i sociologi: sarebbe come a dire che l’elevato numero di trasgressori dei limiti di velocità sia indicativo del desiderio degli automobilisti di non passare per ritardatari.

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Cina, concorso pubblico. In una grande aula i banchi sono riempiti da colletti bianchi: impiegati statali che mirano ad una promozione. Ad un progresso nella loro carriera, ad un passo avanti. A controllarli c’è un piccolo battaglione di bambini delle scuole elementari. Solerti e impeccabili sanzionatori: i 18 cuccioli rileveranno in sole due ore 25 infrazioni.

 

Chissà perché i bimbi. Che gli adulti si sentano moralmente colpevoli nel commettere imbrogli davanti a testimoni innocenti per natura? Che i piccoli risultino impermeabili ai tentativi di corruzione? O sarà per il baricentro basso e per la vista più fresca, utili nell’individuare le manovre dei trasgressori… Chi lo sa…

 

Nessuna lezione, sia chiaro. Anche perché la Cina in fatto di corruzione non è certo il pulpito migliore da cui far partire una predica. Però le due notizie stridono ugualmente. I grandi che insegnano ai piccoli la corruzione – i piccoli che insegnano ai grandi l’onestà.

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