Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

Non c’è vita sul pianeta scuola

È un grosso equivoco e personalmente ci sono sempre cascato. Pensare che la scuola sia più di quel che è, sia la dimensione totalizzante che con tutta evidenza NON È. Però ripeto: ci si casca. E si dicono ai ragazzi parole definitive che si ha l’impressione possano distruggerli… E loro dopo due ore fan volare un aquilone e cento sorrisi sopra un prato, e si baciano e fanno capriole, goal, danni, budini e impennate. Oppure si allestiscono lezioni gioiose, sorprendenti e si pensa di aver sollevato in volo quelle giovani anime. Che invece, con certe zavorre extrascolastiche, sono rimaste a guardarti dal basso. Povero illuso di un prof.

A pag. 57 del suo nuovo romanzo, Alessandro Baricco sembra mettere le mani avanti e sgombrare il campo. Il bene e il male dei suoi protagonisti non nasce a scuola, non si sviluppa a scuola, non viene studiato e men che meno capito a scuola. Ci sono quattro righe isolate dal resto del racconto con due ampi spazi bianchi, sopra e sotto.

 

«Naturalmente andiamo a scuola, ogni giorno. Ma quella è una storia di avvilente degrado, e inutili vessazioni. Non ha nulla a che vedere con quanto ci sentiamo di definire vita

 

Non sempre è così, ma ci può stare.

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