Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

Soffiare sulla memoria

Giornata della memoria, memorie di giornata. Recupero i piccoli umani di Scuolamagia alla fermata della corriera. Raggiungiamo un paese non troppo lontano e la sua piccola sala-teatro: insieme ad una sessantina di altri ragazzi e ad un gruppetto di altri insegnanti si tratta di guardare un film e celebrare l’ormai decennale giorno del Ricordo. La pellicola la conosco, posso immergermi nelle sue immagini permettendomi di guardare chi in sala sta guardando e non sa, chi sta guardando e si aspetta qualcosa. Anche gli occhi più giovani – 10 anni come la Legge di Furio Colombo – capiscono subito cosa sia il misterioso pigiama a cui allude il titolo del film. Si capiscono subito tante cose – sarà la critica di una ragazzina un paio d’ore dopo – e la storia raccontata non fa proprio nulla per impedire che vadano a finire come avevi pensato che andassero a finire.

Ad un certo punto, però, lo schermo diventa nero. La mamma del film continua a parlare, ma nessuno capisce più con chi. Tutta colpa di un videoproiettore e della sua lampadina esausta, lassù in galleria, sopra la platea di ragazzi.

Accorro e sento il marchingegno sbuffare aria calda. Ingolfato di polvere e incuria fa il suo dovere a stento per un quarto d’ora, poi è costretto a fermarsi e a sfiatare come una vecchia locomotiva. Poi riparte, ma davvero più di così non può fare. Non ci sono alternative, la memoria andrà celebrata a tentoni, e strappi. Sarà interrotta come da una pubblicità silenziosa e cieca.

Nel mio piccolo, su in galleria, insieme ad un’infaticabile collega ho tentato per tutta la proiezione di raffreddare l’apparecchiatura con un quaderno agitato a mo’ di ventaglio. In una sorta di cinema a manovella, faticosissimo. Roba da Nuovo Cinema Paradiso, anche se il film raccontava l’Inferno.

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