Fiori di Biblioteca, Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Ti conosco mascherina

Come una nave rompighiaccio, attraverso un gruppone di bambinetti in maschera. Hanno dai 6 ai 10 anni. C’è il poliziotto che mi mostra la paletta e si spaventa quando estraggo per davvero la carta d’identità. C’è uno Zorro che secondo me – anno domini 2010 – non sa più nemmeno da cosa è mascherato e a cosa servano quei due fastidiosissimi baffetti. C’è una bimba senza alcun costume, con i jeans e un cardigan rosso. Ride mentre spiego ai suoi amici che in realtà è vestita da dentista. Sì perché il mio dentista – l’altro giorno, sotto il camice bianco – era vestito così. Ci sono fatine, scontate e immancabili, e cowboys inutili alla carnevalesca causa. Poi, un po’ defilata, scorgo la bambina con il nome da mille e una notte, quella di un vecchio post. Indossa un vestito bianco, non proprio biancochepiùbiancononsipuò. Una specie di tunica, da cui spuntano le scarpe da ginnastica. Al collo una sorta di fazzoletto leggero e trasparente. «E tu, da cosa sei vestita?».

«Io sono vestita da serva…»

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