Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

Ma se una radio è libera, ma libera veramente…

Bella davvero, la storia di Paolo. Uno che tutto da solo si costruisce un mondo. Uno che, stufo della monotonia che a volte avvolge il suo paesello, si tuffa nelle rete per cercare una via d’uscita e la trova dentro certi saltelli – ma tanti, mica due o tre – fatti a ritmo di musica. Una tecnica di ballo che ha le sue radici nelle polke russe e in certe danze urbane olandesi, oggi sempre più diffusa nel mondo grazie a YouTube. Ed è su YouTube che Paolo ha imparato ad essere jumper, studiando per ore i vari tutorial messi on line da ballerini più esperti, fino a riuscire ad entrare nella rosa dei primi 4 acrobati italiani della Jump. Roba virtuale, la Jump, ché mica puoi andare ogni giorno a ballare con uno di Roma, ma Paolo parla di fitti scambi di materiali e di idee, di una rete di conoscenze che se non sono amicizie vere davvero poco ci manca.

La sua marcia in più? La passione, certo, ma ovviamente colpisce la novità del primo jumper di montagna. Gli altri, tutti gli altri, nelle loro metropoli saltellano tra un parcheggio e un cavalcavia, sullo sfondo perennemente grigio di cemento e asfalto; Paolo, invece, vola tra prati e cataste di legna, cumuli di neve e scorci di montagna incontaminata. 

In paese qualcuno storce il naso, i giovani sembrano capire meno dei vecchi. Una volta i carabinieri l’hanno pure cacciato mentre registrava uno dei suoi video sul sagrato della chiesa. Proprio vero che la poesia non la capiscono tutti. Ma Paolo tira avanti. E pensando ai passatempi più quotati tra i giovani della sua età, verrebbe da fargli un monumento. Ma un monumento che saltella. 

Radiomagia1
Piccola autosoletta a Radiomagia (qui su Facebook), costola nell’etere di Scuolamagia. Le trasmissioni hanno avuto inizio da qualche settimana. Si è trattato di prendere le misure con una marea di gesti, di affinare qualche competenza tecnologica, di fare – molto sul serio – finta. Ora tra i cuccioli c’è già chi mi chiede (in prima…) cosa ne sarà della radio dopo che lui sarà volato alle superiori, praticamente fra tre anni. E io non so nemmeno se andremo in onda lunedì pomeriggio, il prossimo lunedì pomeriggio.

Standard