Piccola posta, Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

150 anni e una domanda

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Il mio paese ha 150 anni – auguri! – e mi pare che oggi, 26 febbraio 2011, stia tutto dentro una semplice domanda. Non resta nulla attorno, terra bruciata, è davvero tutto concentrato lì. Passato presente futuro. Destra e sinistra. Berlusconi e avversari di Berlusconi. Berlusconi in sé e Berlusconi in me. Una domanda che è come una somma, mettiamo ad esempio 150, centocinquanta. Un totale che una volta raggiunto non ha più senso chiedersi se derivi da un 80+70, da un 100+50, da un 1+1+1+1+1… portato alle estreme conseguenze di quei tre numerini tondi e definitivi. Basta, non serve altro. E poi ci sono le risposte. Inevitabilmente due. La domanda è una di quelle allergiche ai distingui e distinguini, ai realismi politici e ai politicamente corretti.

La scrivo in grande e la posto, con la “o”. L’ha posta, con la “a”, Adriano Sofri.

Quando il telegiornale dice:

“Il maltempo frena gli sbarchi”,

vi dispiace

o siete contenti?

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Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni

ROBERTO%20VECCHIONI%20MONTECRISTO

La prima volta che l’ho visto avevo 14 anni. È salito sul palco ed è cominciata malissimo: Agordo (in provincia di Belluno) si pronuncia Àgordo e non Agòrdo ma il cantautore evidentemente non lo sapeva. Niente paura, davanti alle sonore rimostranze del pubblico locale, quell’ometto è tornato sui suoi passi, rifacendo tutto da capo. Nuovo ingresso e…: “buonasera Àgordo!”. Bisogna sempre mettere i puntini sulle “i”, e pure gli accenti sulle “à”, un professore come lui queste cose le sa.
Poi per me si è trattato come di una sorta di rito di iniziazione. Di concerti non ne avevo visti altri, quello era il primo, quindi non che ci volesse molto ad impressionarmi. Però a colpirmi furono più le parole dette che quelle cantate. La trama tessuta tra una canzone e l’altra, il repertorio di piccoli aneddoti, didascalie, contrappunti e chiose. Una tra tutte: “bisogna amare le persone PER QUELLO CHE SONO, non PER QUELLO CHE SONO PER NOI”. Io lì, folgorato. Come avessi ricevuto le tavole di una legge divina. E quante volte l’ho ridetto e scritto, quel pensiero, a volte citando la fonte, a volte vabbeh…
Riascolto oggi parole della stessa grana, ruffiane, spudorate. Belle, ancora. Le vedo arrivare all’improvviso ad una marea di orecchi nuovi e spero facciano lo stesso effetto che hanno fatto a me. I miei bimbi a scuola, loro forse non sono ancora pronti, mi parlano di “quel vecchietto”, ma si vede che sono rimasti impressionati da quanto ci credesse…, e da tutta quella grinta…

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L’orgoglio di vivere in un paese dove non è proibito chiamare Silvio il proprio maiale

2011-01-14

Ogni tanto il ritmo vorticoso (!) e vorticante (!) delle lezioni va proprio spezzato. Succede in quei giorni – in genere a febbraio – in cui un terzo degli alunni di una scuola di montagna è impegnato in estenuanti competizioni di sci nordico che si svolgono in remote località alpine, un altro terzo se la spassa da qualche giorno sul divano alle prese con l’influenza e un’ultima porzione di studenti gira per le aule semideserte chiedendosi perché non ha abbracciato la passione per gli sci stretti o perché almeno non ha abbracciato quel cugino che starnutiva.
Ieri questo simpatico sito mi ha aiutato a spezzare. Promette candidamente di insegnarti una cosa al giorno. Una cosetta da niente, spesso decisamente una stronzata, a volte una curiosità illuminante. Mai una teoria complessa o un dato poderoso, questo è chiaro da subito. A me piace perché livella. Davanti a quelle diapositive colorate gli alunni sono davvero tutti uguali, e se alla fine ci si sfida a “chi ne ricorda di più”, di stronzatine, la gara è davvero apertissima. Non c’è secchione che tenga: armi pari.
E poi, e poi c’è quel messaggio che sembra davvero la pubblicità della Scuola, di ogni scuola. L’idea che davvero si proceda per piccoli piccolissimi passi, oggi una nozione, domani una relazione causa effetto, dopodomani un confronto, poi una data, una parola nuova, un suono, un luogo. E il nome di un vento, una formula, come si ottiene un colore, il colore di una bandiera.
Così, a beneficio di chi sguazza nella pozzanghera… sappiate che…
I Beatles non sapevano leggere la musica.
La Statua della Libertà calza un sandalo numero 876.
Ogni umano trascorre in media 2 settimane della sua vita… intento a baciare.
Le zanzare sono attratte di più da chi ha appena mangiato una banana.
Dal Titanic furono tratti in salvo anche 5 cani e un maiale.
La nostra bocca produce un litro di saliva al giorno.
Nel film “Quei bravi ragazzi” viene impiegato il termine FUCK. Sì, 300 volte.
È illegale in Francia battezzare Napoleone il proprio maiale.

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