Soletta, Stream of consciousness

La repubblica di un solo giorno

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Lucio, che ci lascia le penne. Aurelio e Ranieri, che vengono dal nord. Maddalena, soprattutto Maddalena. Ragazzi dell’800. Ragazzi del Risorgimento. I ragazzi del nuovo romanzo di Ugo Riccarelli, scrittore come ce ne son sempre meno. Un libro per festeggiare i 150 anni, diverso da tutti quelli che popolano in questi giorni gli scaffali, dagli instant-book alle facili raccolte di date, luoghi e presunti tasselli d’identità italiana. Diverso e migliore perché conduce proprio lì in quel crogiolo, e fa bere il succo di quelle speranze, di quel (dis)incanto.

Però Maddalena non può aspettare. Lo prende per le spalle, lo volta verso di sé, lo fissa negli occhi. Vorrebbe raccontargli di Lucio, del suo sangue che ancora ha sul vestito, del dolore di sua madre, e di Costantini che è ancora vivo, e forte, e arrogante, di quello che lei vorrebbe non finisse come invece sta finendo la repubblica di Roma. Vorrebbe sapere se ci sarà un posto per loro due da qualche parte, un posto dove star tranquilli e abbracciati, in quest’Italia che ancora non c’è e che lei non riesce nemmeno a immaginarsi. Vorrebbe soltanto che lui allungasse una mano, facesse un gesto, qualcosa per sciogliere l’angoscia che adesso l’attanaglia.
Lo tiene fermo per le spalle e tenta di parlargli, ma dalla sua bocca esce solo un: “Ranié…”.
Lui la guarda fisso, deciso, come sempre.
«Ho saputo, Maddalena, e la sua morte mi peserà sempre nel cuore come una pietra» le dice.
Lei ha un tremito, una scossa con la quale il suo corpo tenta di allontanare l’immagine terribile della morte.
«Combatteremo anche per lui, fino all’ultimo sangue anche per Lucio, te lo giuro.» Mentre parla Ranieri le stringe le mani come per convincerla, le spiega ancora della bellezza per cui son morti in tanti, della repubblica, della democrazia.
Maddalena ha un gemito.
«No, Ranié» riesce appena a sussurrare, perché adesso non vuole nessuna repubblica, nessuna democrazia, ma soltanto un abbraccio che la rassicuri nell’amore in cui ha creduto nei giorni appena trascorsi. Sta annegando, Maddalena sta annegando sul sentiero dei bastioni, ora maledice l’incapacità di trovare le parole giuste per spiegargli quello che sente. Prova, biascica qualcosa.
«Ranié, sei tutto quello che ciò.»
Lui sorride. Allunga una mano in una carezza, ma è distratta, ché gli occhi suoi vanno oltre quelli di Maddalena, cercano qualcuno, qualcosa, mentre l’altra mano serra saldamente il moschetto.
Allora lei lo vede, vede il proprio amore come un bambino preso sotto le ascelle da Ranieri e appoggiato al muretto, che stia buono ad aspettare, perché prima di lui, prima degli abbracci e delle promesse, dei sogni fatti insieme e dei baci, prima di ogni futuro c’è la repubblica da difendere adesso, e la guerra da fare contro i francesi.
Maddalena sta annegando.
«Nun te ne anna’» riesce a dire con la gola piena di lacrime.
Ma Ranieri ha già le mani nella cassa delle munizioni.
«Dobbiamo combattere fino in fondo, amore mio, perché tutto quello che abbiamo fatto non sia stato inutile» le dice.
Si avvicina, l’abbraccia, le posa un bacio leggero sulle labbra e poi raggiunge di corsa gli altri che stanno salendo verso i bastioni.
Le parole sono uscite dalle bocche, si sono intrecciate davanti a loro come in un ballo. Quelle di Maddalena portavano il peso delle risate di Costantini, tremavano di paura e desiderio, desiderio di fuggire dall’angoscia per farsi abbracciare, farsi coprire dall’amore come da un mantello.
Le parole.
Le parole belle di Ranieri, parole che lei, prima, non aveva mai sentito. Le mani, piuttosto. Di mani ne ha conosciute tante. Mani che frugano e stringono. E bocche. Bocche che annaspano e cercano, braccia che imprigionano. E zoccola e puttana, i suoi nomi.
Le parole di Ranieri sono state per lei come le sue carezze: leggere e dolci, fresche e brucianti insieme. I suoi occhi parlano, ha pensato più volte mentre lo abbracciava nell’amore. Le sue parole sono occhi.
Ma oggi, sulla salita che porta ai bastioni, le parole che sono uscite dalle bocche e si sono intrecciate davanti a loro in un ballo hanno creato una danza falsa, storta, mal riuscita. Di fronte all’angoscia sua, che non era un minuetto ma un passo pesante, uno zompo, le parole di Ranieri non hanno avuto occhi. Pulite, cortesi e appassionate come sempre hanno spiegato tutte le ragioni e l’urgenza della politica. La repubblica e l’ideale hanno condito il loro amore assieme ai baci e alle carezze, e lei ha sempre accolto e ammirato ogni cosa con tenerezza e tremore.
Ma oggi è stata Maddalena a voler parlare, portare a Ranieri il cesto pieno di ansia che l’affogava, così che lui l’aiutasse a separare l’erba cattiva, i funghi avvelenati, le ciliegie marce e l’ortica pungente. E invece, mentre cercava di vuotare di fronte al suo amato il peso di quel cesto, ha capito che le parole di Ranieri andavano da un’altra parte, uscivano da lui distratte e non l’abbracciavano né la carezzavano, non erano aperte ma chiuse, andavano di fretta, rivolte alle mura e a quello che occorreva per difenderle.
Così dal cestino è salito l’odore marcio del dubbio, e quello acre della gelosia, per una guerra più importante di un bacio, di una voce, di un respiro affannato, per una politica grande come tutta Roma e più forte di qualsiasi abbraccio di una donna innamorata. E mentre lo ha stretto, Maddalena già sapeva che non stava abbracciando più nulla, che tutto era già salito verso i bastioni e così ha avuto un altro dubbio, che quell’amore forse non sia mai neppure esistito. Che lei si sia soltanto ubriacata dello spirito di parole che le hanno regalato bei giorni, pieni di una speranza vana, e guardando Ranieri che scappa verso la guerra ha capito di essere sempre e ancora Maddalena la puttana.

Ugo Riccarelli, La repubblica di un solo giorno
 

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