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Il cuore di Diamanti

Quando ripeto ai cuccioli che le frasi devono essere brevi, brevissime. Fiammate. Che c’è tempo per imparare a scrivere i propri pensieri in maniera più complessa e arzigogolata: tutta una vita. Prima bisogna saper sciogliere le parole in un galoppo veloce che respiri spesso. Quando con la mano faccio calare una sorta di paratia stagna davanti ai loro occhi ed è soltanto uno dei tanti punti che dovrebbero infarcire i piccoli temi, i fragili riassunti, le brevi risposte. Ecco, ogni qual volta a scuola tento di insegnare (ma si può?) una buona scrittura, penso a Ilvo Diamanti e alle sue bussole, e alle sue mappe. A volte esagera. I suoi non sono periodi – sono spari. Però arrivano, però colpiscono. Però che ritmo.

Poi oggi incrocio questo pezzo. E non ci sono le solite statistiche, non ci sono le solite curve. Non c’è la società italiana con le sue tante fette. C’è un uomo che parla col cuore. Il suo, e non è una metafora.

L’ho sentito arrivare che stavo a casa mia, pronto a recarmi a un incontro, dove mi attendevano molte persone. A discutere di cambiamenti sociali, culturali, religiosi. Mi ha fermato un dolore muto. Più che un dolore, un senso di oppressione al di sotto della bocca dello stomaco. Tanto che ho pensato a un’indigestione  –  la sera prima, sul tardi, avevo mangiato la pizza con un amico. Non dovrei, perché la digerisco a fatica, ma mi piace. E a volte  –  poche – transigo. Sono rimasto lì ad ascoltare questo dolore muto, che non accennava a diluire, a perdere intensità, nonostante l’attesa. Nonostante qualche palliativo. Non l’avevo mai provato. Non richiamava il pericolo che tutti, alla mia età, temono. L’Incombente, che ti aspetta all’angolo della strada, in qualsiasi momento della tua vita. Ti aggredisce. All’improvviso. Non avevo dolori al torace, alle spalle. Solo questa pressione allo stomaco, che si allargava e si acuiva. Ma io sapevo, ne ero certo, che era lui. Stava arrivando. E non l’ho atteso.

Ho avvertito mia moglie: “Portami all’Ospedale subito. Sta arrivando”.
CONTINUA…

 

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