Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

MORMODOU

Samuele, Tommaso, Meredith, Melania. I nomi delle vittime li sappiamo memorizzare. È così che funziona, camminiamo a tentoni e quel poco che impariamo lo impariamo grazie a quegli appigli: i nomi. Che si tratti di un accessorio del computer o di un morto ammazzato cambia poco: il procedimento non può che essere quello.

Da tempo, però, noto come ci siano nomi più ostici che tendiamo a scansare.

Non si tratta di una questione linguistica. Abbiamo imparato a dire Breivik, sterminatore venuto dal freddo. Non era facile.

Fatichiamo con i nomi africani, guarda un po’, e se dobbiamo fare un esempio diciamo “Mohammed” e non ci pensiamo più.

Oppure diciamo “due senegalesi”. Punto.

Ma se ci chiedessero di inventare una storia dove si muovano allegramente 10 personaggi subsahariani?

Lo so, nessuno ferma le persone per strada chiedendo di inventare storie africane. Possiamo dormire sonni tranquilli.

Mor.

Modou.

Eccoli.

Insieme: MORMODOU. Una parola bellissima.

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