Res cogitans, Tutte queste cose passare

Quando tutto diventa uguale a tutto

C’era qualcosa che non tornava. Un nodo che non veniva al pettine. Perché mi infastidivano così tanto le polemiche che hanno investito la figlia di Elsa Fornero ed il suo posto fisso? Alla fine l’ho capito.

Silvia Deaglio, che ha un anno più di me, è prima di tutto un medico. Silvia Deaglio è prima di tutto un’oncologa. Silvia Deaglio è una che nel curriculum ha pubblicazioni che si chiamano Rapid and sensitive detection of recombinant soluble proteins in the supernatant of transfected mammalian cells. Oppure articoli che suonan così: Role of CD31/platelet endothelial cell adhesion molecule1 expression in in vitro and in vivo growth and differentiation of human breast cancer cells. Ecco: si può davvero pensare che qualcuno si occupi di quelle cose prescindendo da una scelta di vita, da una scelta etica, da una mission, da un sogno chiamatelo come volete voi? Si può essere parcheggiati a vita, indebitamente e a spese dei contribuenti, dentro un incarico così? Si può estendere il concetto di paraculaggine fino allo scienziato che scruta cellule tumorali al microscopio? Ahimè si può, succede quando tutto diventa uguale a tutto. Quando si perdono di vista le differenze, piccole e grandi, quando il nero non è mai grigio e figuriamoci se esiste ancora il bianco. La persona in questione non insegna “storia del teatro piemontese contemporaneo”, non presiede una municipalizzata inutile, non siede in un consiglio regionale in quanto figlia di storico leader politico. La persona in questione si occupa di growth and differentiation of human breast cancer cells.

La società è percorsa da una nuova faglia. Da una parte gli ingenui, quelli che come me immaginano Silvia al microscopio e in cattedra, a dar lezioni di microscopio e ad abbassare sensibilmente l’età media dei professori (una volta lo auspicavamo tutti, no?). Dall’altra, quelli che preferiscono pensarla come una parassita tra i tanti, la persona sbagliata nel posto (fisso) giusto, degno di giovani più dotati e soprattutto più onesti.

Poi c’è il tema della scarsa mobilità sociale, e dei figli dei poveri che devono poter accedere agli stessi posti dei figli dei ricchi. Un tema vero e complesso; difficile, per chi sia pieno di buone intenzioni, anche soltanto capire da dove cominciare a risolverlo. Ma rimane lì, il tema. Intatto, inscalfibile. Decisamente più facile abdicare al compito, gettando un po’ di sabbia in faccia al nemico (???), ma anche a se stessi, per vedere l’effetto che fa.

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