Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

#ilnegativodell’amore

Succede, ogni tanto. Arriva un libro, con la sua bella copertina, e si mette lì a disposizione di tutti. Un libro popolare, sì, niente di settoriale o specialistico, un romanzo dalla scrittura scorrevole, nessun rimando ipercolto, cose che accadono ai protagonisti e niente più. Un’operazione commerciale, partita da un autore o da un’autrice e passata attraverso meccanismi editoriali furbi e cinici, puzzolenti di pecunia. Tutto normale, purchè non si esageri: in fondo è così che funziona. Il meccanismo che si mette in moto, a pensarci bene, è lo stesso del Festival di Sanremo, anche se in piccolo. Fateci caso. Qualcuno impazzirà per quella storia, qualcuno la troverà ingenua ma interessante. Tutti diranno se hanno preferito Cica oppure Walker, i due protagonisti, e perché. I più acuti penseranno già agli attori idonei ad impersonare questo e quello: perché è ovvio che ne trarranno un film. Ci sarà chi vedrà in uno dei personaggi che popolano quelle 327 pagine se stesso o un suo familiare o un suo conoscente. Ci sarà chi impazzirà per quel cane spettacolare. E che dire del cavallo?, chioserà qualche altro lettore. La copertina, poi, azzeccatissima. Ti dirò, un po’ inquietante, e poi Cica me l’immaginavo diversa. Le somiglianze, gli echi, poi: come non pensare alla Solitudine dei numeri primi. Si chiamava così, no? Ecco, appunto. Verranno altri libri che cancelleranno la memoria di questo. E prima di farlo la ridimensioneranno. “Sì, carino, ma non so se è il regalo più adatto per tua sorella…”. Verranno altri fugaci successi, con altri titoli indovinati e altri occhi a guardarti dagli scaffali delle librerie. Arrivato a pag. 327, però, oggi gioisco per questa specie di Sanremo letterario che distoglierà tanti italiani dal loro presente per proiettarli verso il viso di una bambina che emerge dall’acqua.

 

«Io lo so cos’hai» dice Walker quando stanno già per arrivare al cancello.

«Sentiamo», Angelo volta la faccia a guardarlo.

«Sei innamorato» dice Walker, la bocca impastata di briciole. Pare scappato da un manicomio, così, in pigiama, in mezzo alle pozze a buttare pezzi di cornetto agli uccelli.

«Che stronzata», Angelo si schermisce, e gli tira un cazzotto alla spalla.

«Invece è vero» insiste Walker.

«Va bene, è vero.» La verità è che gli brucia la bocca, di dirlo a qualcuno.

Walker gli si ferma davanti. Lo guarda. Poi alza le braccia e se lo stringe al petto. Gli strofina contro la guancia la sua guancia di barba texana.

«Ma mi sa che a lei non piaccio affatto» precisa Angelo, dondolando la testa.

«Capisco», Walker gli stringe un braccio. «Succede anche a me.»

«Maddai» ironizza Angelo, «persino a te.»

«Però non importa», Walker si illumina: «Io amo lo stesso».

 

Maria Paola Colombo, Il negativo dell’amore

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