Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Soletta, Tutte queste cose passare

Quel giorno pioveva

C’è il bel racconto lungo di Paola Zannoner, con dentro una ragazzina che finisce quasi per caso in Piazza della Loggia, quel giorno del 1974. Un racconto coraggioso, pubblicato prima da solo e poi raccolto in un volume con altre 3 storie. Non sono davvero sicuro che abbia senso mettere quei fatti nelle mani di un tredicenne. Nemmeno noi adulti li abbiamo capiti. O meglio: li abbiamo capiti benissimo, sappiamo tutto ma non abbiamo le prove e soprattutto non abbiamo messo le pezze dove servivano, abbiamo lasciato gocciolare il rubinetto rotto. E lui, il tredicenne, che idee si può fare? Una specie di minuscolo 11 settembre? Ma chi è il nostro Bin Laden? Chi glielo spiega. Non starò seminando una malsana angoscia, con le mie fotocopie?

Ho saputo poi che l’esplosione si era sentita a diversi chilometri di distanza, che per lo spavento tanta gente aveva smesso di lavorare o aveva interrotto quel che stava facendo.

Ho saputo che erano morte otto persone e che più di cento erano rimaste ferite. E che la bomba era nascosta in un cestino dei rifiuti, sotto il portico. Se fossi rimasta nel punto in cui mi ero fermata a leggere il volantino, forse sarei morta anch’io.

[…]

Perché polizia, carabinieri, vigili del fuoco, tutti erano accorsi nella piazza devastata. E parte delle forze dell’ordine erano già lì, a guardia della manifestazione che si era trasformata in una trappola mortale. Così, mentre le ambulanze arrivavano ululando e la gente accorreva verso la piazza, lasciando i negozi e le auto e le case, io andavo verso la stazione dei pullman senza udire niente intorno a me.

E mentre me ne stavo seduta a fissare lo strappo nel seggiolino, erano arrivati gli idranti dei vigili del fuoco a lavare la piazza bagnata dalla pioggia e a spegnere un incendio che non c’era, cancellando le tracce dell’ordigno, spazzando via i detriti e tutto quello che, nei film americani, i detective chiamano indizi.

Paola Zannoner, Quel giorno pioveva

 

(Nel mio librino scopro anche delle righine sottolineate. Non da me, il meraviglioso vizio l’ho preso in seguito. Però ho sempre lasciato piena libertà – libertà di matita – agli abituè dei miei prestiti. Ricopio e sottolineo:

 

Ma non è mai così, non si può fermare niente, di certo non il tempo e quello che alcuni chiamano il destino. Qui poi non c’entrava il destino, ma l’idea di qualcuno, un’idea capace di diventare azione e devastazione. È pazzesco, ma cose del genere nessuno le ferma, nessuno le può fermare.)

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