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Il 5° goal della Spagna

Antonio José Puerta Pérez è morto il 28 agosto 2007, all’età di 22 anni. Non era un calciatore famoso. Era un giovane di belle speranze, un talento delle rappresentative giovanili che però, in un’unica occasione, aveva già assaporato la gioia di indossare la divisa rossa della nazionale maggiore. La sua faccia è rispuntata ieri sera, senza troppa retorica, sulla maglietta di un uomo che sorrideva e saltellava, che abbracciava tutti, che giocava a fare il torero e soprattutto sollevava un trofeo importantissimo.

La memoria dev’essere tenace, se vuol essere tale. È bello che ci si ricordi di una persona di cui ci si era già ricordati. Ampiamente. Gli spagnoli a Puerta avevano già dedicato un mondiale ed un altro europeo. Non era la prima volta che stampavano la sua faccia e il suo nome sulle magliette. Non serviva, si sarebbe tentati di pensare. E invece sì, devono aver pensato gli uomini di Del Bosque.

Nel torneo che passerà alla storia per le magliette levate a favorire plastiche pose da statua, ecco un altro momento che avrebbe dovuto essere celebrato: un uomo che si mette una t-shirt con la faccia di uno sfortunato collega che non c’è più.

Chissà se l’avevano preparata, gli azzurri, la maglietta col ragazzo crollato in campo il 14 aprile 2012 (come dire: ieri)? Anche lui aveva onorato la casacca azzurra. Probabilmente sì, l’avevano preparata. O forse no. Non lo sapremo mai. L’avessero indossata comunque – nonostante la sconfitta, fieri di un inaspettato secondo posto – le Furie Rosse non si sarebbero certo sentite offese.

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