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Quando si dice: “prendersi cura di un fratello”.
Quando si è primogeniti, e si guarda il segno matematico – > – dal lato opposto della punta.
Quando si misurano le parole, che ad un tratto sono diventate la cosa più importante.
Quando si sta per dire: “non volevano farci vedere Stefano, né da vivo né da…”.
Ma ci si ferma prima. Per poi continuare: “…né dopo la sua morte”.
Una frase da aggiustare in corsa.
Un’astrazione – a suo modo nobile – al posto di una concretezza che sa di rassegnazione, di distacco, di rinuncia.
Una carezza.
Ilaria Cucchi, in Tv, una sera d’estate.