Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Gore Vidal l’americarnico

Nel paesino dove insegno abitano un bel po’ di persone che di cognome fanno Vidale. “Vidale” è anche il nome dell’unico panificio rimasto, appoggiato alla curva da cui chi proviene dal Friuli può scorgere per la prima volta, da lontano, Scuolamagia.

Ricordavo di aver letto da qualche parte, on line, la storia di Gore Vidal che raggiunge Forni Avoltri sulle tracce dei suoi antenati italiani, e proprio in quel panificio sosta brevemente per incontrare coloro che probabilmente conservano con lui un seppur sbiadito legame di sangue.

È il 1977.

Lo zio, Michele Vidale e GoreIl divo della letteratura (e del cinema, e della saggistica, e…) indossa una giacca scura. Ha già fatto la guerra, è stato candidato al Congresso, ha sceneggiato Ben Hur, ha recitato in un film di Fellini (nel ruolo di sè medesimo), ha scritto il suo capolavoro.

È il 1977.

Quell’uomo si sveglierà ancora per molti anni con davanti un panorama mozzafiato, si divertirà a fare a fettine il suo paese, solleverà dubbi sulle dinamiche dell’11 settembre, reciterà – per interposto pupazzo giallo – in alcuni episodi dei Simpson.

Digitando il nome dello scrittore su Google, dopo aver cliccato sulla barra spaziatrice, si può usufruire dei suggerimenti del motore di ricerca, immagino basati sul calcolo statistico delle chiavi inserite con maggiore frequenza dagli utenti. “Gore Vidal Gay” viene prima di “Gore Vidal Libri”. Ci sta: fu anche una testimonianza di profonda libertà individuale, la vita di questo americano. 

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