Soletta, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Il bacio di Klimt e il bacio di Tlili

Non ho passato al setaccio il web, lo ammetto, quindi magari qualcuno l’ha già notato e fatto notare, e meglio di me.

Gli atleti paralimpici non piangono. Quando salgono sul podio sono soltanto felici, raggianti, fieri, travolti dalla soddisfazione. Ma lacrime quasi zero, al massimo qualche naso che si arriccia ma è poca cosa. Anche se è la prima volta, anche se è la diciottesima in diciotto gare. Anche se è l’ultima di una lunga carriera, anche se un anno fa erano praticamente morti o immobilizzati su un letto. Al contrario, i loro colleghi olimpionici allagavano i podi, facevano sbavare i trucchi, inzuppavano le tute. Anche se la vittoria era scontata, anche quelli che nella vita son rudi poliziotti.

Indimenticabile la premiazione della tunisina Raoua Tlili, oro nel lancio del peso, categoria F40. 22 anni, affetta da nanismo, la bella Raoua ha lasciato che l’anziano e austero signore cha la stava premiando si chinasse su di lei, anche se i suoi piedi poggiavano “sul gradino più alto”, per far scorrere il nastrino della medaglia tra i suoi capelli meshati, si è lasciata stringere la mano e – chissenefrega del protocollo – gli ha stampato un bacione sulla fronte.

Una medaglia in cambio di una medaglia.

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