Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Stream of consciousness

Ballottaggio tra Vecchio e Nuovo

 

 

Ho sempre paragonato quel gesto alla muta di un serpente.

Le prime volte ero impacciato, lento, insicuro, confuso.

Col tempo è sopraggiunto un po’ di mestiere, nonostante la completa assenza di grazia.

Oggi lo compio e inevitabilmente ci vedo una metafora.

C’è da sbarazzarsi del Vecchio, dell’usato, e c’è da far spazio al Nuovo.

Chi ti ha accompagnato per molto tempo, ha occupato il tuo spazio, ti è venuto appresso nel mondo, ora scricchiola e si rompe, è una coperta che diventa troppo corta, anche se provi a fartela bastare. Ti lascia la sua ruggine sulle mani, però è fedele, madonna se è fedele. Lo rimetti subito in riga girando una chiavetta, nel caso si fosse rilassato troppo dormendo sul divano.

Il rovescio della medaglia è quel Nuovo così fresco d’incarto e di scontrino. Sai di aver scelto la qualità e di non aver badato al prezzo, ciononostante nei primi giorni percepirai una distanza, una barriera fisica. Ti sembreranno dei corpi estranei, percepirai un reciproco rigetto.

Mi sono misurato centinaia di volte con quell’ostilità metallica, con quell’indisciplina. Ci voglion giorni, poi passa. E ci vuole orecchio, va da sé.

Ci si abitua in fretta, al Nuovo. E si dimentica il vecchio, si perde per sempre la sua storia, aggrovigliata senz’arte e gettata via.

Tra vecchio e nuovo, tra il ricordo di vecchie canzoni e il pensiero per quelle da cantare presto, in un sabato di malditesta, ho cambiato le corde alla chitarra.  

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