Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Libero sindacato cassiere di periferia

La cassiera di un cinema di periferia. Una di quelle sale che hanno perso la sfida con i mostri a dieci schermi, e allora si sono specializzate in pellicole di qualità, gioielli d’autore.

Le unghie smaltate della donna danno il resto con eleganza: a qualche coppia d’anziani, a qualche signore solitario, a due innamorati che si tengono stretti, ad un’uomo che paga per due ma poi lei all’ultimo non arriva, e il film sarà per forza bruttissimo.

Un piccolo cinema lontano dal centro: un luogo che la domenica pomeriggio si popola di bambini per l’ultima trovata dei maghi dell’animazione.

E lei, la cassiera, stacca il biglietto e guarda, studia. I cuccioli pronti alla magia, ma altrettanto concentrati sulla voglia di infilare la manina in un otre di pop corn. I papà divorziati che si sentono in colpa, il tempo è poco e il film è una strada troppo comoda: neanche quel giorno riusciranno a parlare col figlio. Si accontenteranno di vederlo ridere alle gag di un suricato.

Non è un lavoro duro, quello della cassiera. Certo, gli orari balordi, i sabati e le domeniche, il Natale, la Pasqua. Certo, l’attesa tra il primo e il secondo spettacolo, l’infinito gioco di appiccicare una faccia alle voci degli attori, le battute delle pellicole più proiettate imparate a memoria e il sapere in anticipo se dentro, al buio, le persone rideranno, e quanto. I piccoli riti: appendere le locandine, uscire dal botteghino per sgranchirsi un po’; le piccole scocciature: rispondere alle mamme che chiedono se un film sia proprio adatto…, beccarsi gli improperi di chi una schifezza così non l’aveva mai vista.

Qualche raro grazie, quando i titoli di coda dell’ultimo spettacolo stanno già scorrendo e la cassa è già stata chiusa. Chissà perché, quei grazie, come se fosse stata lei, semplice cassiera, a scegliere quella storia o quel finale o quel bacio o quell’abbraccio o quel semplice sguardo di celluloide.

 

(Venerdì 25 aprile Beppe Grillo ha definito Lilli Gruber, colpevole di aver ospitato nel suo programma alcune opinioni molto critiche verso il M5S, una che “al massimo potrebbe fare la cassiera in un cinema di periferia”). 

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